COMUNICATO STAMPA Napoli 28, luglio 2011

Per Psichiatria Democratica la chiusura di diversi spazi nell'OPG di Montelupo Fiorentino e di Barcellona Pozzo di Gotto, disposta dalla Commissione di indagine presieduta dal Senatore Ignazio Marino, è un atto assai importante che va nella giusta direzione:chiudere presto e bene tutti gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.  
Questo è quanto hanno sostenuto i Dirigenti Nazionali della Associazione di Psichiatria Democratica, Emilio Lupo e Cesare Bondioli, Associazione che proprio al Senato, in una recente audizione, ha presentato un progetto/percorso articolato e dettagliato per il pieno superamento delle sei strutture giudiziarie esistenti sul territorio nazionale. Per Psichiatria Democratica (PD) la conferenza Stato/Regioni deve essere promotrice e garante dell'intero progetto di dismissione ed una seria alternativa sul territorio dovrà contare su risorse economiche adeguate, su personale ben formato e su progetti individualizzati per ciascuna persona, oggi rinchiusa in OPG.

PD perciò plaude all'iniziativa della Commissione e si augura che il cammino continui con fermezza e costanza.

Segue Lettera aperta di PD al Presidente Enrico Rossi.

PSICHIATRIA DEMOCRATICA

 

Lettera aperta di Psichiatria Democratica al Presidente Enrico Rossi e agli Assessori Daniela Scaramuccia e Salvatore Allocca della Regione Toscana sulla chiusura dell’opg di Montelupo F.no..

  Onorevole Presidente, Onorevoli Assessori,

  dopo il sequestro di alcuni reparti dell’OPG di Montelupo Fiorentino decretato dalla Commissione di inchiesta parlamentare sull’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, ricorrendo, per la prima volta ai poteri conferiti dall’art. 82 della Costituzione, la risposta della Regione Toscana secondo quanto dichiarato dall’assessore Scaramuccia appare inadeguata quando non elusiva.

La Regione in questi anni ha accusato un colpevole ritardo sul futuro dell’opg, ignorando le denunce e le richieste di chiusura della struttura  avanzate da varie associazioni, prima fra tutte Psichiatria Democratica, e a tutt’oggi non si è ancora dotata di un Piano per il superamento dell’OPG, rimanendo nell’equivoco, anche dopo il Convegno del giugno scorso, tra chiusura e superamento, inteso come parziale riutilizzo di una parte degli attuali reparti dopo una loro ristrutturazione (guarda caso proprio proprio dell’Ambrogiana, oggetto del sequestro).

Né può essere considerato assolutorio dichiarare che “siamo stati i primi a denunciare l’inadeguatezza delle condizioni igieniche delll’OPG di Montelupo e in questi anni abbiamo svolto un lavoro, d’intesa con tutti i soggetti interessati, per affrontare alcuni punti critici della struttura ” se a questo non conseguono iniziative adeguate (se ci fossero state non si sarebbe arrivati al sequestro).

 Né è sufficiente affidarsi ai numeri delle dimissioni che in assenza di un organico progetto di chiusura certificano unicamente la doverosa dimissione di quegli internati che comunque non avrebbero dovuto continuare  a permanere nella struttura perché avevano concluso il periodo minimo di durata della misura di sicurezza e si trovavano in regime di proroga: ma degli altri, quelli in osservazione  o quelli di altre regioni appare insufficiente prevedere   “nel breve e medio periodo ….. il rientro degli internati nelle Regioni di provenienza, con percorsi da condividere con le stesse attraverso un patto concordato e di concerto con il Ministero della Giustizia e il Ministero della Sanità” senza fissare un termine tassativo e vincolante per tutti, Regione Toscana e Regioni di provenienza degli internati, per chiusura della struttura.

Infatti, ad avviso di Psichiatria Democratica come dichiarato anche nel convegno del giugno scorso, Montelupo va chiuso e i lavori di riqualificazione minima degli attuali ambienti devono essere unicamente finalizzati a rendere più decente e vivibile la struttura per il tempo che ancora ospiterà degli internati: tempo che rischia di diventare infinito se non si fissa una data per la chiusura o si ventila la possibilità di continuare ad utilizzarne una parte (l’Ambrogiana!!) dopo i lavori.

I progetti di dimissione nelle Regioni di provenienza sono anche il risultato di “contrattazioni” tra le istituzioni e le incertezze sul futuro di Montelupo riducono la contrattualità della regione e non rendono trasparente l’utilizzo dei finanziamenti transitati dal Ministero.

Abbiamo colto in diverse occasioni, anche recenti, una gran voglia di “manicomio”, non certo gli opg degradati che conosciamo ma “belle” strutture sanitarie di cui si sono proposti anche esempi (leggi Castiglione delle Stiviere): non vorremmo che anche la nostra regione rimanesse contagiata da simili logiche.

La Regione Toscana non deve prestarsi a questi equivoci, rinnegando la sua tradizione progressista: sarebbe come se  a suo tempo, ben prima della 180, avesse scelto di fare “begli” ospedali psichiatrici  anziché andare alla loro chiusura da battistrada alla 180.

Psichiatria Democratica chiede quindi, tanto più in questo momento, non una adesione, peraltro dovuta, alle imposizioni della Commissione Marino ma di partire da queste per rilanciare la definitiva chiusura dell’opg.

Gli opg , ed anche Montelupo, per loro storia e realtà, non sono riformabili o emendabili con interventi cosmetici: possono essere solo chiusi.

Alla Regione chiediamo di uscire dalle incertezze e dagli equivoci sul futuro di Montelupo; di smentire, con atti deliberativi definitivi, i tentativi che da più parti si stanno facendo per continuare ad usare Montelupo accogliendovi nuovi ricoverati (per es. dai reparti psichiatrici delle carceri, come si è sentito ventilare) e decretandone in tal modo la permanenza ; chiediamo di individuare da subito le eventuali strutture  per accogliere gli internati necessitanti  di vigilanza esterna ponendo fine alla ridda di ipotesi, lanciate e subito abbandonate  (vedi i vari Solliccianini o Massa Marittima), che altro non fanno che rafforzare l’idea che, in mancanza di alternative, di Montelupo non si potrà fare a meno e andrà riciclato.

Questa eventualità ci trova ovviamente assolutamente contrari e non la consideriamo conforme né allo spirito né alla lettera del DPCM.

C’è un’ultima  questione che ci sostiene nel convincimento che l’OPG va chiuso: come la chiusura degli ospedali psichiatrici ha contribuito al varo della 180 dando credibilità ai suoi assunti alla luce di pratiche che andavano consolidandosi nei territori, così la chiusura degli OPG faciliterà il ripensamento e la riformulazione dell’attuale normativa sulla misura di sicurezza, recidendo il circuito riverberante misura di sicurezza-opg in cui ciascuno dei termini si rafforza attraverso l’altro: questo è il grande tema che ci troveremo a dovere affrontare una volta chiuso il capitolo dell’applicazione del DPCM che, come è noto, opera a legislazione invariata.

Proponiamo queste nostre riflessioni alla vostra attenzione consci delle difficoltà del momento e della necessità che sul tema della chiusura di Montelupo Fiorentino si debbano ricercare le più vaste convergenze in un clima di chiarezza e collaborazione.

Cesare Bondioli

Responsabile nazionale carceri e OPG di Psichiatria Democratica

Cesare Bondioli

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