Rischio proroga per gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e grave carenze di risorse nei Servizi di Salute Mentale sul territorio.

Psichiatria Democratica (PD) ribadisce le sue forti preoccupazioni sull' andamento del processo di chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari  a causa della neoconcentrazione che verrà a crearsi per l'attivazione di centinaia e centinaia di nuovi posti letto, invece di concretizzare programmi di presa in carico individualizzati per ciascun utente, favorendo – in maniera prevalente – l’ingresso  in abitazioni già esistenti sul territorio. La creazione di una task force e il coordinamento del Presidente Errani di tutte le iniziative regionali per “chiudere presto e bene “ gli OPG che nel corso del tempo abbiamo avanzato, forti della nostra lunga esperienze sul campo, sono rimaste inascoltate ed ora caos e ritardi la fanno da padrone; condizioni queste che preannunciano un nuovo slittamento della chiusura e perciò ancora custodia e rinnovo di prorogheper gli internati. Tutto questo in assenza, peraltro, di qualsiasi iniziativa legislativa, relativamente alla messa in discussione della cosiddetta "pericolosità sociale" che, a più riprese, PD ha richiesto in tutte le sedi di affrontare, come elemento assolutamente centrale per il presente come per il futuro per cittadini autori di reati.

Psichiatria Democratica(PD) continuerà – in ragione delle sue scelte e pratiche -  a stare, nei processi di cambiamento in maniera attiva e propositiva;i dirigenti e i militanti della nostra organizzazione, difatti, continueranno - affermano Lupo, Attenasio, Bondioli e di Fede - a sporcarsi le mani, proseguendo le visite (le nuove sono già calendarizzate ) in delegazione in tutti gli OPG del Paese, a fare proposte di merito, a lavorare  per rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono lo sviluppo di pratiche di Salute Mentale di comunità. In questo modo PD intende contribuire, fattivamente, al reale superamento delle sei strutture asilari. Senza tregua, incalzeremo, tutti gli attori istituzionali, per contribuire alla realizzazione di reali percorsi di inclusione sociale territoriale, di presa in carico effettiva delle persone ristrette, da parte dei Servizi di Salute Mentale, e non già nuovi luoghi di sofferenza, separazione e di custodia come quelle che vanno delineandosi.

Inoltre Psichiatria Democratica denuncia con forza il progressivo depauperamento - per la sempre maggiore carenza di risorse umane ed economiche - dei Servizi psichiatrici sul territorio nazionale, depauperamento che bisognerà fermare subito se non si vorranno vedere vanificate le straordinarie esperienze territoriali maturate nel corso degli anni. Lo sviluppo di quelle pratiche di Salute Mentale di comunità  che hanno reso effettivo un nuovo protagonismo di utenti e di familiari, evidenziando - come fondamentale e irrinunciabile - la multidisciplinarietà del duro lavoro svolto dagli operatori territoriali. In conclusione si ribadisce che l’attuazione della riforma costituisce il punto di riferimento ed insieme l’argine, per bloccare qualsiasi tentativo di ritornare a regimi di custodia e cura  che si vorrebbe attuare destinando sempre più risorse al privato a danno del pubblico che deve rimanere, invece, sempre il titolare di ogni progetto di salute.

Ottobre 2013