intervento di C. Bondioli

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La chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari:      una sfida da vincere con Psichiatria Democratica.

A due anni dall’emanazione della legge 9/2012 (e successive modifiche) ci sta avviando ad un’ulteriore proroga dei termini di scadenza, addirittura, secondo le richieste delle Regioni, di ben tre anni!


 

 

La posizione di Psichiatria Democratica (P.D.) è sempre stata chiara fin dall’inizio: nessuna contrapposizione ideologica ma un percorso concreto (“sporcandoci le mani” come è nel nostro stile) di cui la legge rappresentava il primo passo, timido e certamente insufficiente, per affrontare una condizione di degrado degli opg quale quella denunciata dalla Commissione Marino (degrado su cui in molti si sono stracciati le vesti salvo poi non fornire contributi costruttivi per affrontarlo) nella prospettiva di giungere da una completa riforma degli istituti – giuridici e psichiatrici - alla base dell’esistenza degli opg.

In questi anni abbiamo cercato di intervenire in tutte le sedi – nazionali e locali – istituzionali, politiche, culturali e di movimento per presentare le nostre proposte né abbiamo aspettato che si consumasse una prima proroga per avanzarle: già nel gennaio 2013, dopo avere criticato la bozza e il testo del Regolamento attuativo della Legge (il cui ritardo nell’emanazione è stato una delle concause della proroga) chiedevamo garanzie per la “titolarietà pubblica” (ASL e Dipartimenti di Salute Mentale) dei singoli progetti di superamento (all’epoca non ancora formalizzati dalle Regioni); l’istituzione di una task force da parte dei Ministeri della Salute e della Giustizia, per governare e monitorare il processo di superamento e garantire una allocazione delle risorse umane ed economiche per l’attuazione di progetti casa e lavoro individualizzati; l’istituzione, dove necessario, di strutture di piccole dimensioni a gestione dei DSM; una penalizzazione di tipo economico delle Regioni inadempienti nei tempi della chiusura come previsti dal Decreto Severino.

Queste nostre posizioni sono state rappresentate, fin dal 2011, nelle audizioni con la Commissione Marino, negli incontri con Deputati e Senatori tanto in occasioni informali che ufficiali (come per la presentazione della campagna “NO Elettroshock”, un tema, quello dell’ESK strettamente connesso alle politiche e all’ideologia su cui si fonda anche l’opg); negli incontri con gli Assessori alla Sanità della Regione Sicilia e Puglia; fino al recente incontro al Quirinale (6.2.2014) con il Consigliere Giuridico del Presidente Napolitano i cui interventi sull’orrore degli OPG sono stati altamente significativi per incoraggiare forze politiche e movimenti a battersi per la chiusura.

Le abbiamo presentate in innumerevoli occasioni di convegni, dibattiti, presentazioni di libri, oltre ad avervi dedicato diversi Convegni specifici  a livello nazionale in varie sedi (Vico Equense, Caltagirone, Napoli) anche per coinvolgere più direttamente le realtà locali, non solo di PD.

Queste attività si sono realizzate grazie non solo all’impegno dei dirigenti ma anche a quello di molti iscritti e militanti, operanti nelle realtà locali.

Non va infine dimenticato il costante impegno di PD, in questi anni, di visitare gli OPG per monitorare le condizioni di vita degli internati, denunciare situazioni paradossali, stimolare le dimissioni e sollecitare le ASL e i DSM a dare corso ai programmi per la chiusura.

Questa battaglia, che particolarmente in talune difficili realtà abbiamo condotto spesso da soli, non è stata sufficiente ad evitare che le Regioni presentassero, e il Ministero finanziasse, progetti per il superamento di marca neo istituzionale (a partire dall’esagerato numero di posti letto pervisti nelle strutture pari a quello degli attuali

(OPG) mentre molto meno risorse economiche sono state richieste per il finanziamento dei progetti di dimissione individualizzati, le attività di prevenzione l’implementazione delle dotazioni dei DSM che in questi anni sono andati incontro ad un progressivo impoverimento di personale in tutte le qualifiche. E’ questo è estremamente grave e noi come P.D. continueremo a contrastare - con proposte organiche e concrete - questo deupaperamento dei Servizi, che è a danno degli utenti, delle loro famiglie e degli operatori sottoposti sempre più a turni massacranti, perché malamente impegnati in una psichiatria dell’urgenza piuttosto che in progetti di Salute Mentale di Comunità, così come la legge di riforma ha previsto.

Vogliamo qui ribadire che per quel che riguarda gli OPG, continueremo a batterci per impedire che un simile progetto di sostanziale trans-istituzionalizzazione si realizzi e in questo senso abbiamo chiesto un incontro urgente ai nuovi Ministri della Salute e della Giustizia cui intendiamo riproporre i nostri punti fermi anche in previsione di una ulteriore proroga:

- coinvolgere ciascuna ASL e ciascun Dipartimento di Salute Mentale (richiedendo anche il contributo dei Servizi per anziani, dipendenze o handicap, considerata la tipologia degli internati negli OPG) ad elaborare, per ciascun internato un adeguato progetto terapeutico-riabilitativo individualizzato da realizzare sul territorio di appartenenza del paziente e in funzione di questo poter stabilire da un lato una corretta allocazione delle risorse ( strutturali e di personale) necessarie a dare risposte adeguate e dall’altro utilizzare, se già esistenti, o realizzare - per usareuna espressione usata da esponenti di lunga esperienza della magistratura di sorveglianza - “luoghi che tutelino la salute mentale nella sicurezza dei cittadini”: da appartamenti protetti a piccole comunità di convivenza ivi comprese quelle di nuova istituzione a gestione sanitaria ma con vigilanza perimetrale “ove necessario”, previste dalla legge;

- monitorare e coordinare il processo attraverso un coordinamento unico tra le Regioni;

- rivedere assolutamente i progetti regionali ridimensionandoli nella consistenza dei soli posti letto necessari e imponendo il rispetto dei tempi della legge;

- nessuna proroga inutilmente dilatata nel tempo e senza la previsione di cogenti penalizzazioni nel trasferimento del fondo sanitario nazionale per le Regioni inadempienti, per le quali andrebbe attivato il Commissariamento ad acta.

Tutta questa attività non ci ha impedito di mantenere, in questi anni, costanti contatti con la Magistratura ed in particolare con Magistratura Democratica con cui abbiamo un rapporto storico. Recentemente, difatti, abbiamo organizzato alcuni Convegni, mentre negli anni addietro abbiamo dato vita a gruppi di studio su temi importanti, come la figura e il ruolo dell’Amministratore di sostegno. Oggi riteniamo che occorra sia approfondire gli aspetti giuridici della fase attuale (applicazione delle sentenze della Corte Costituzionale) sia  cominciare ad affrontare - sempre in maniera interdisciplinare - le tematiche comuni in tema di imputabilità e vizio di mente, nell’ottica di quella revisione dei codici che, sola, potrà affrontare in maniera radicale e definitiva, la problematica degli OPG. Questo rapporto con i Magistrati e con i giuristi più aperti e disponibili al confronto, va approfondito e reso più continuativo, riprendendo la costituzione di un gruppo di studio e lavoro tematici, a nostro avviso assai utili per affrontare temi così delicati e complessi.

Dott. Cesare Bondioli - Responsabile Nazionale “Carceri e OPG”

 di Psichiatria Democratica.