dietrofront della Regione Puglia

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"Rompiamo il silenzio" :

all'incontro del 26 luglio, dietrofront della Regione Puglia

Siamo ad un punto cruciale del percorso del Movimento pugliese Rompiamo il silenzio. È un momento difficile in cui sembra che le porte aperte al Movimento da parte dei decisori politici, amministratori e tecnici regionali, si siano rivelate aperture finte.

Dopo l’incontro del 26 luglio con il Governatore della Puglia, nonché Assessore alle Politiche della Salute ad interim, e rappresentanti dell’Assessorato, ci sembra di trovarci di fronte ad un clamoroso dietro-front rispetto alle aperture proclamate e verbalizzate nel confronto avuto durante il sit-in del 3 luglio. In quella giornata, si sanciva la partecipazione del Movimento al gruppo di lavoro regionale per “confrontarsi sulle problematiche aperte per elaborare successivamente le nuove linee di indirizzo per il piano regionale di salute mentale, valorizzando anche tutte quelle sperimentazioni già realizzate da tempo sui territori con buone pratiche consolidate” come si legge nel verbale d’incontro sottoscritto dal Movimento e dalla Regione.

Sembrava che si fosse aperta una nuova fase di rapporti con i decisori politici in cui il Movimento Rompiamo il silenzio potesse assumere un ruolo stabile di interlocuzione sulle scelte di politica sanitaria per la salute mentale e l’organizzazione dei servizi. Evidentemente l’establishment politico pugliese non ha alcuna volontà di modificare gli attuali assetti ed equilibri! Di qui l’esclusione del Movimento dai tavoli di lavoro e la non risposta alla richiesta del Movimento di riconvertire la spesa per la salute mentale, almeno in quota parte, a favore dei servizi pubblici e delle esperienze di partecipazione e di protagonismo dell’utenza.

Già c’era stato un atto di grave marcia indietro quando, alla fine dello scorso anno, la Regione Puglia, nell’arco di due settimane, ha emesso due delibere di Giunta di cui la seconda revocava la prima!

Cosa c’era di tanto grave nella delibera di giunta del 17 ottobre 2017 da richiedere tutta questa urgenza nel sopprimerla?

C’era il riconoscimento da parte della Regione del valore di esperienze innovative come quella del Centro Sperimentale Marco Cavallo di Latiano che si è concretizzato nel deliberare la presenza, nel gruppo di lavoro tecnico regionale, del presidente dell’Associazione 180amici che cogestisce, insieme alla ASL di Brindisi, il Centro stesso, una presenza anche a garanzia di altre associazioni di utenti e familiari.

Evidentemente per la Regione Puglia queste sue stesse spinte innovative forse sono troppo “pericolose”! Infatti questa delibera è stata subito sostituita da un’altra che prevede nel tavolo di lavoro solo i direttori dei DSM e delle Università.

Questa serie di chiusure non bloccheranno il Movimento! Sicuramente la nostra presenza è diventata ingombrante ed è difficile metterla in silenzio in quanto espressione di esperienze innovative e di una rete di associazioni ed organizzazioni che si è andata rinforzando nel percorso fatto dal Movimento. Come e quando nasce questo Movimento pugliese?

Il 31 marzo dello scorso anno è stato il momento in cui, come Psichiatria Democratica pugliese, abbiamo voluto dare voce alla situazione di estremo disagio in cui versano i servizi di salute mentale oggi in Puglia, promuovendo un incontro pubblico a Bari, che abbiamo intitolato proprio: “Rompiamo il Silenzio: salute mentale, crisi del welfare e malessere sociale”.

Da troppo tempo constatiamo una sorta di deriva della qualità delle pratiche; ci troviamo di fronte ad una condizione di impoverimento della servizi pubblici sia a causa della riduzione del personale sia per un riduzionismo delle prestazioni che sono sempre di più di tipo ambulatoriale farmacologico e, nel migliore dei casi, psicoterapico.

Si assiste al diffondersi sempre di più di una cultura e di pratiche di neo-istituzionalizzazione, basate sulla ricerca dei “luoghi” dove mettere e sistemare le persone, strutture che aumentano di giorno in giorno in maniera esponenziale in tutte le aree sanitarie e socio-sanitarie della cosiddetta fragilità. Sappiamo bene quanto queste aree di neo-istituzionalizzazione cronicizzino gli ospiti e gli operatori e creano una spesa storica in incremento a svantaggio dei servizi pubblici.

Il Movimento pugliese “Rompiamo il silenzio” nasce dopo l’incontro del 31 marzo perchéabbiamo voluto rompere il silenzio e abbiamo voluto rilanciare la sfida di rimetterci in rete, di creare un movimento che ci veda uniti per difendere i valori e le pratiche che si fondano sui principi della legge 180 che, in Puglia, si sono sviluppate in molte realtà, a partire proprio dalla lotta ai manicomi presenti nella nostra Regione.

Oggi ci domandiamo:            

  • dove sono i servizi accoglienti, intesi soprattutto come luoghi di incontro e di progettazione, dove i valori e le pratiche di emancipazione e protagonismo si integrano con il lavoro clinico che è solo una parte del percorso complessivo di “ripresa” della persona?
  • Dov’è finito il lavoro in salute mentale fondato sull’attenzione ai diritti delle persone: diritto alla cura ma anche a vivere la propria diversità senza essere discriminati ed esclusi?
  • Perché le esperienze innovative realizzate in Puglia, nel campo dell’associazionismo, dell’inserimento lavorativo, della co-gestione di centri diurni rimangono marginali e offuscate dalla cultura dominante biologico/organicistica?  
  • Perché le esperienze di abitare autonomo o supportato che ben si richiamano alle storiche realtà delle case alloggio dove veniva garantita un’organizzazione ed un clima di “casa”, sono molto limitate rispetto al numero eccessivo delle strutture a residenzialità pesante che troppo spesso, ormai, si configurano come nuove istituzioni?

Abbiamo voluto rompere il silenzio che è calato in questi anni per dare voce a queste e ad altre questioni legate al lavoro in salute mentale in Puglia.

Del Movimento Rompiamo il silenzio fanno parte innanzitutto le persone che attraversano la sofferenza psichica, associazioni di utenti e familiari, operatori dei servizi pubblici, cittadini e rappresentanti della società civile che hanno sottoscritto un documento di denuncia sulla condizione attuale, dei servizi di salute mentale della nostra regione con le criticità e le possibilità di cambiamento, di inversione di rotta. Psichiatria Democratica è sempre stata presente nel coordinamento e nell’organizzazione dei vari eventi.

Una tappa importante del Movimento, la sua prima uscita pubblica, è stata il dibattito del 22 gennaio presso l’università di Bari in cui speravamo di avere tra gli interlocutori i rappresentanti delle istituzioni e i politici, ma non è stato così e in quella occasione abbiamo constatato come negli anni, rinunciando a quella storica funzione di mediatori tra la società ed il mondo della sofferenza, si sia sempre di più accentuato il divario tra il mondo della “politica” e le problematiche di vita delle persone che attraversano la sofferenza psichica.

Abbiamo ripreso come Movimento ad interloquire con il territorio, organizzando quattro seminari “delocalizzati” in quattro province, dal titolo significativo “La costruzione partecipata della Rete pugliese per la tutela della salute mentale” a San Severo (FG), Lecce, Laterza (TA) e a Barletta (BAT).

Sono stati momenti di confronto con i cittadini, le associazioni, i familiari, gli operatori pubblici e del privato sociale ed alcuni esponenti politici, dimostrando ancora una volta, che la prossimità con il territorio aiuta a comprendere le problematiche locali, favorisce il nascere di alleanze e la messa in atto di strategie condivise in cui ognuno abbia un ruolo attivo.

In questi incontri si è rinforzata l’idea di organizzare un sit-in a Bari che si è svolto il 3 luglio sotto la presidenza della Regione Puglia dove il Movimento Rompiamo il silenzio ha portato le sue istanze.

Abbiamo già detto come le aperture manifestate in quell’incontro siano state poi in gran parte cancellate con un bel colpo di spugna, nell’incontro con il Presidente della Regione Puglia, lasciandoci solo la promessa di stipulare un protocollo d’intesa “politico” tra la Regione ed il Movimento per mantenere un certa interlocuzione.

Dopo questo incontro ci siamo riuniti il 31 luglio per rivedere le strategie da mettere in campo alla luce di questi ultimi eventi e si è redatto un documento inviato alla Regione, alla stampa e ad altri interlocutori in cui si manifesta l’insoddisfazione per l’interlocuzione negativa e si rilancia la mobilitazione. Il Movimento continuerà a costruire reti e alleanze politiche, sociali, culturali e sindacali.

Di certo non resteremo in silenzio!

Mariella Genchi

Bari, 2 agosto 2018