concluso l'incontro di Venezia

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cavallo rid

concluso a Venezia l'incontro del 20 dicembre

 LA LEGGE 180 :ATTUALITA’ DEL PENSIERO DI FRANCO BASAGLIA.

 

Si è svolto a Venezia, il 20 dicembre 2018 presso la Scoletta dei Calegheri, un affollatissimo incontro, organizzato da Psichiatria Democratica e dal Movimento per la difesa della sanità pubblica veneziana.

All’inizio dell’incontro è stato proiettato il Video RAI Educational “I grandi della scienza del novecento, Franco Basaglia”, quindi il primo intervento di Domenico Casagrande, psichiatra e fondatore di Psichiatria Democratica, che ha rievocato gli inizi della sua carriera, l’incontro con Basaglia e con Pirella, l’invito di entrambi – persone molto diverse ma straordinarie entrambe - ai più giovani di occuparsi degli altri cercando di essere sempre autenticamente se stessi.

 

Casagrande ha anche ricordato che, se l’esperienza triestina è riconosciuta come quella del superamento del primo manicomio, già a Gorizia questo fosse, di fatto, avvenuto. L’esperienza fu affossata soltanto, quando la gran quantità delle persone erano già “ex ricoverate”, dalla volontà dell’amministrazione provinciale di ostacolare la realizzazione di un Centro di Salute Mentale indispensabile per aiutare i dimessi e rispondere ai bisogni del territorio: ormai in manicomio erano rimaste ben poche persone! Ha quindi preso la parola il magistrato Massimo Michelozzi, di Magistratura Democratica, il quale ha sottolineato le criticità nell’attuazione delle REMS e le difficoltà applicative dei Protocolli, che vedono situazioni diverse nei diversi territori. Si sono create addirittura Liste d’attesa e nelle REMS finiscono anche persone in attesa di giudizio! L’intervento di Mauro Palma, garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, è stato molto critico su quanto concretamente avviene sull’utilizzo delle REMS, sull’assurda pretesa del Veneto – scongiurata, fortunatamente - di utilizzare il manicomio di Castiglione delle Stiviere, in Lombardia, per aggirare gli obblighi di legge, sulla convenzione della regione Umbria con la regione Toscana per non avere REMS sul suo territorio. Altrettanto critico è stato sulle contenzioni, non solo fisiche, ma anche ambientali (stanzini di isolamento, reparti chiusi, sequestro di oggetti personali) negli SPDC, convinto che qualunque forma che comporti una diminuzione dei diritti individuali dovrebbe essere segnalata e rinviata come competenza esclusiva del magistrato. Le REMS sono tra l’altro utilizzate impropriamente e questo è il motivo delle “liste di attesa”. Paradossalmente sembra che le persone destinate alla REMS rischino di essere più numerose di quelle che venivano destinate agli OPG. Successivamente sono intervenuti Maddalena Menotto, Alessandra Sala e Massimo Semenzin, psichiatri in diverse realtà venete, se hanno da una parte riconosciuto che l’inesistenza dell’opzione manicomiale ha migliorato enormemente la possibilità di farsi carico delle diversissime modalità di espressione della sofferenza mentale, hanno anche affermato che la cultura della “pericolosità” del soggetto è, in ambito ospedaliero, tutt’altro che superata. Certo, gli operatori più avvertiti oggi non sottovalutano più la soggettività del paziente. Inoltre Attilio Baldan, per l’Associazione dei familiari “Lo Specchio”, ha lamentato un ritirarsi progressivo a livello locale del protagonismo dei familiari, che hanno visto con la 180 e i servizi territoriali un iniziale incremento quantitativo e qualitativo della presa in carico ma poi, ultimamente, assistono con preoccupazione alla riduzione delle risorse e dell’attenzione a bisogni di base (casa, lavoro, socialità). Poi ha preso la parola Guido Pullia, psichiatria ecomponente del Direttivo Nazionale di Psichiatria Democratica, che ha attualizzato la lettura del pensiero di Franco Basaglia, soffermandosi in particolare su due punti: il pericolo di un ritorno ai manicomi (la Regione Veneto ha programmato la realizzazione di strutture per “cronici ultraquarantacinquenni” da affidare in gran parte all’assistenza, senza trovare opposizione nel consiglio regionale ) e “l’attenzione al malato più che alla malattia”, che significa incontro con la concreta realtà della persona (come dice Franca Basaglia: il malato psichiatrico non ha bisogno di un letto di ospedale ma di luoghi di vita normale). E’ più che mai attuale chiedersi ancor oggi “Cos’è la psichiatria” se allo scoramento mortale del profugo che non è accolto si attribuisce una diagnosi. Da ultimo l’intervento di Salvatore Lihard,del Movimento per la difesa della sanità pubblica veneziana, che ha ricordato la disattenzione sulla questione Salute Mentale nel Piano Socio sanitario della Regione Veneto, l’assenza di un bilancio su quanto previsto e attuato o inattuato nel Piano precedente, più preoccupata a trovare “dove mettere i matti” piuttosto che a come prenderli in carico, il decremento delle risorse in termini soprattutto di personale dedicato.

All’incontro hanno assistito due classi intere di un istituto superiore. Il dibattito è stato breve, per gli stringenti limiti di tempo, ma tutti gli intervenuti hanno ringraziato per l’iniziativa di cui hanno colto perfettamente la necessità culturale e politica nel momento attuale.