Atti del Congresso 2014

 

Atti del Congresso 2014

PSICHIATRIA DEMOCRATICA, subito iniziative decise per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Psichiatria Democratica è molto amareggiata per la necessità della proroga per la chiusura degli OPG al 2015. Questa proroga, dicono i responsabili dell’Associazione fondata da Franco Basaglia, si sarebbe potuta evitare se, come avevamo proposto già nel 2012, si fosse dato vita ad task force  in grado di coordinare a livello nazionale i progetti di dismissione, prevedendo, già allora  le sanzioni per le regioni inadempienti con taglio dei  trasferimenti dal fondo Sanitario nazionale come la titolarità dei progetti da parte dei DSM. In questo modo si sarebbe potuto prevenire invii in OPG  in applicazioni delle nota sentenza della Corte Costituzionale, non sufficientemente applicata  e già rappresentata in diverse sedi, non ultima in febbraio al Consigliere giuridico del Capo dello Stato. Psichiatria Democratica, inoltre, chiede di rivedere assolutamente i progetti regionali ridimensionandoli nella consistenza dei posti letto e nel contempo di affrontare subito e senza indugi, le tematiche comuni in materia di imputabilità e vizio di mente, nell’ottica di quella revisione dei codici che sola, potrà affrontare in maniera radicale e definitiva le problematiche degli OPG.

Comunicato stampa per l'albergo dei poveri

Comunicato stampa

     Psichiatria Democratica e tutte associazioni del “Comitato per l’Albergo dei poveri” apprendono con sollievo la notizia dell’approvazione della Delibera comunale che interviene a dare un primo segno tangibile per un cambiamento delle politiche, finora di solo mera assistenza, dei senza fissa dimora della Città. I lavori di ristrutturazione di parte del Real Albergo dei poveri, per l’ala sita tra via Tanucci e piazza Carlo III, approvati come variante e dunque senza aggravi aggiuntivi di spesa, sono finalizzati non solo all’accoglienza dei sfd, ma anche e soprattutto per dare sostegno, fattualmente, alla volontà di superamento delle condizioni di marginalità di quanti tra loro vi sono stati costretti. E ciò grazie a percorsi di reinclusione, a partire da opportunità concrete di ascolto dei bisogni e di accompagnamenti verso possibili soluzioni personalizzate. Una Città più sociale dunque comincia a intravedersi - secondo Psichiatria Democratica che è stata tra le Associazioni protagoniste sin dal 2001 del “Progetto per i sfd”- sebbene occorrerà ancora impegnarsi, e vigilare, perché – afferma Psichiatria Democratica - quel Progetto di uscita dalla condizione di cronicità dei sfd abbia concreta attuazione e sviluppo e non si fermi a questa primissima azione, che sarà decisiva solo se seguita dalla costruzione delle altre fasi del progetto stesso. Psichiatria Democratica, infine si augura che i lavori siano debitamente celeri e che la centralità del seguimento progettuale resti sotto il coordinamento all’Amministrazione comunale e inoltre che nel Progetto siano finalmente coinvolte tutte le associazioni di base, che a diverso titolo si occupano da tempo, nel silenzio e talvolta anche senza il riconoscimento del clamore mediatico, delle persone senza fissa dimora della Città, lavorando davvero con il desiderio di dare senso non solo alla solidarietà, ma soprattutto alla condivisione.

L’esclusione Da Trieste a Trastevere. Su una biografia di Franco Basaglia.

di Antonello D’Elia

                                               (per Lo straniero – Ottobre 2012)

 

Da qualche mese in una piazza di Trastevere sono comparse le cancellate. Alte, grigie e acuminate circondano un parco giochi che fino a qualche tempo fa era abbandonato per l'incuria delle amministrazioni e la colpevole approssimazione con cui era stato realizzato solo pochi anni prima. Il nuovo recinto metallico ora separa dal resto della piazza lo spazio in cui giocano i bambini sotto gli occhi di mamme, papà, nonni e baby sitter e delimita inequivocabilmente un dentro e un fuori. A decidere su questo piccolo intervento di 'arredo' urbano è stato un comitato di cittadini, creatosi intorno alla locale sezione del più importante partito d'opposizione del passato governo che, dopo mesi di riunioni e consultazioni, ha identificato questa soluzione al problema della sosta dei barboni che da tempo abitano la piazza. Al lato di uno degli accessi è stata affissa una seriosa targa in ottone su cui una scritta compassionevole dedica questo parco al piccolo Claudio, un bambino che ha terminato la sua breve esistenza volando giù in acqua dal parapetto di un vicino ponte sul Tevere, scagliatovi dal giovane padre che in quel gesto assurdo ha portato a compimento la vita del figlio, quella sua e una storia turbolenta e irrisolta di figlio della periferia romana.

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I Diritti Ristretti

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“Le ali della libertà”


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GIORNATA DELLA MEMORIA ATTIVA


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psichiatria e nazismo contro ogni razzismo


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Sulle carceri, basta lacrime di coccodrillo.

 

La (seconda) condanna dell’Italia da parte della Corte Europea  dei diritti umani per trattamento inumano e degradante nei confronti di un gruppo di detenuti che vi avevano fatto ricorso, ha suscitato un coro di paradossali adesioni, recriminazioni, avvilimento, ammissioni di impotenza nei politici italiani.

Siamo stanchi di queste lacrime di coccodrillo.

Occorre, come richiamato anche dalla sentenza, che si attuino soluzioni strutturali, di cui non si trova traccia nei programmi elettorali della maggior parte dei partiti. La soluzione non può essere la costruzione di nuove carceri, ma una netta inversione delle politiche securitarie praticate negli ultimi decenni e una revisione/abrogazione delle leggi – da quella sulle tossicodipendenze a quelle sulla recidiva e sull’immigrazione clandestina  – che hanno determinato il sovraffollamento. E' indispensabile, inoltre, che venga praticato sistematicamente, in ogni situazione in cui questo sia possibile, il ricorso a pene alternative al carcere già praticabili, dalla detenzione domiciliare alla messa in prova. Insomma l'affermazione di una cultura della pena come possibilità di ammenda e di reintegrazione sociale, così come contenuto nella nostra Carta costituzionale all'articolo 27.

Psichiatria Democratica richiama tutti i partiti ad un reale impegno programmatico per la risoluzione dei problemi del carcere – dal sovraffollamento all’eccesso della carcerazione preventiva -  e li invita a farne un tema discriminante e prioritario di ogni futura azione di governo: su questo impegno saranno da noi valutati. 

COMUNICATO STAMPA

 

Non deve stupire l’eccezionale misura di sequestro, parziale o totale, negli OPG di Montelupo F.no e Barcellona Pozzo di Gotto (oltre che di alcuni containers adibiti ad attività di assistenza psichiatrica a L’Aquila). Non è certamente con dubbi interventi cosmetici, da noi stessi denunciati dopo una recente visita a Montelupo, che si assicurano le condizioni di vivibilità ed assistenza sanitaria in strutture che la Legge vuole chiuse entro il prossimo febbraio.

La “gravosa responsabilità” assunta dalla Commissione di inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale deve richiamare Regioni e Dipartimenti di Salute Mentale ad una conseguente responsabilità per riprendere, in tutte le sedi, nazionali e regionali, il processo di chiusura degli OPG che negli ultimi mesi, col pretesto di attendere l’emanazione di ulteriori atti regolamentari da parte del Ministero, ha segnato il passo: in questo modo non solo non sono sti utilizzati i finanziamenti esistenti ma nemmeno si è dato compiuto seguito alla dimissione di quegli internati considerati immediatamente dimissibili fin dalla prima indagine della Commissione.

Occorre che i DSM formulino i progetti terapeutico-riabilitativi in vista della dimissione di tutti i soggetti internati provenienti dal loro territorio: solo così sarà possibile ipotizzare e realizzare nel tempo delle risposte personalizzate senza appiattirsi sulla realizzazione, a priori, delle strutture destinate ad accoglierli. Senza conoscere quali sono i bisogni assistenziali di ciascun paziente, la realizzazione di strutture, tanto più se identificate con quelle a maggiore capienza (20 p.l. a prescindere dalle reali necessità assistenziali) non potrà che tradursi in una trans-istituzionalizzazione.

Occorre che le alternative all’OPG offrano invece una gamma di soluzioni, dal rientro al proprio domicilio all’appartamento protetto, dall’inserimento in qualcuna delle strutture territoriali della salute mentale già esistenti alla realizzazione di piccole comunità di accoglienza, fino a soluzioni a maggior grado di protezione, come prevede la legge. Va altresì ribadito che tutte queste soluzioni devono essere aperte ad accogliere anche pazienti in misura di sicurezza diversa dall’invio in OPG.

Appare evidente che se in questo processo è determinante il ruolo giocato dai DSM (come delle altre Unità Operative in grado di rispondere ai bisogni prevalenti dell'utenza) è altrettanto necessario che le Regioni, tutte ed in particolare quelle sedi di OPG e pertanto coordinatrici di bacino, svolgano la loro funzione di promozione  e di vincolo nella richiesta di finanziamenti, tanto di parte corrente che in conto capitale, ai progetti dipartimentali.  

In questo  complesso processo non può essere estranea la Magistratura, giudicante e di sorveglianza, cui certamente compete la determinazione della forma in cui applicare al misura di sicurezza, almeno fino a che non interverrà in merito la modifica dei codici, cui devono essere offerte certamente collaborazione da parte dei DSM ma anche soluzioni concrete alternative all’invio in OPG.

Vogliamo sottolineare che per chiudere presto e bene gli OPG, la strada maestra resta - lo  andiamo ribadendo da mesi  - produrre progetti individualizzati per ciascun utente, in quanto così si garantisce concretamente l'utente. Inoltre e solo così, le Regioni, gravate dai debiti, potranno correttamente allocare tutte le risorse a loro disposizione evitando sprechi: è' necessario,perciò, che i gruppi di lavoro delle Regioni rifuggano dalla tentazione di attivare strutture/caserme ma si impegnino, con tutte le realtà territoriali, a fare crescere luoghi di vita modulati, secondo le esigenze e i bisogni.

 Il percorso tracciato dalla Commissione Marino - a cui tutti dobbiamo essere grati -  è netto e chiaro:  il Paese volti pagina, si doti al più presto di strumenti di accoglienza che garantiscano la presa in carico globale degli utenti. Si chiuda definitivamente questa brutta pagina della nostra storia contemporanea  perchè, come è stato ribadito nella Conferenza stampa da parte della Commissione che annunciava i sequestri delle strutture " si tratta della vita di più di mille persone e la chiusura degli OPG è un passo di civiltà irrinunciabile”.

19 Dicembre 2012

        Dott. Emilio LUPO; Dott. Luigi ATTENASIO; Dott. Cesare BONDIOLI; dott. Salvatore Di FEDE 

Psichiatria e carcere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nuova visita di Psichiatria Democratica all'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Napoli - Secondigliano.

 

Comunicato Stampa

 Giovedì 8 novembre 2012, una delegazione di Dirigenti nazionali Psichiatria Democratica (composta dai dottori E. Lupo, S. Di Fede, A. Morlicchio e G. Ortano) ha visitato nuovamente l’O.P.G. di Secondigliano (NA) per verificare lo stato di sviluppo del processo di dismissione  che, a norma della legge 9/2012, dovrebbe esaurirsi non oltre il marzo dell'anno prossimo.

La delegazione, accompagnata dal Magistrato di Sorveglianza, dalla Direzione, dal personale Medico e dalla Polizia penitenziaria dell'Istituto, ha così incontrato e discusso con le persone ancora lì recluse, rilevando - nonostante l'impegno profuso dagli operatori dell’OPG - una evidente quanto preoccupante condizione di stallo e, quindi, un ritardo dell'intero processo di superamento della struttura. Risulta, difatti, persino maggiore il numero dei detenuti presenti rispetto alla precedente visita, nel mentre si sono progressivamente ridotte le risorse a disposizione e scarsi o del tutto inesistenti i Progetti individualizzati terapeutico-riabilitativi in ragione di una persistente latitanza delle Aziende Sanitarie Locali e delle Regioni responsabili.

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CARCERI E OPG: DUE FERITE APERTE

 

La drammatica condizione delle carceri italiane nelle quali sono "ospitate"circa 67.000 persone a fronte di una capienza massima di 45.000, rischia di diventare  - secondo i Dirigenti di Psichiatria Democratica, Emilio Lupo e Cesare Bondioli -un luogo comune.

Una periodica quanto asfittica denuncia che - in un rituale sempre più macabro - fa la conta del grande disastro di questo pianeta separato.A contrastare il dolore lacerante, ed a squarciare questo velo di rimozione collettiva, soltanto gruppi di testarde associazioni, giornalisti, singoli deputati, intellettuali, operatori del sociale e della giustizia, ed il Presidente Napolitano.

Il Capo dello Stato ha, nei giorni scorsi, levato la sua voce sulla drammatica situazione carceraria italiana che, ha detto: "non fa onore al nostro Paese e anzi ne ferisce la credibilità internazionale”, auspicando, poi, che "si acceleri sulle proposte, già in avanzato stato di esame, per rafforzare l'uso delle pene alternative", aprendo anche a un possibile speciale ricorso a misure di clemenza.

Psichiatria Democratica ricorda che al 14 ottobre sono già 127 i morti e ben 47 i suicidi, per il 2012, nelle carceri italiane ( l'ultimo nell'inferno di Poggioreale ), e che per fermare queste stragi, occorrono provvedimenti urgenti e concreti da parte del Governo e del Parlamento. Le condizioni di legalità e la praticabilità del diritto, necessitano di risposte concrete ed estremamente diffuse nelle diverse realtà italiane (dalla messa alla prova, alla depenalizzazione dei reati minori, al lavoro sociale esterno ed alle misure alternative) soluzioni che condividiamo, e che erano, peraltro, già state avanzate, all'indomani del terremoto in Emilia.

Al tempo stesso Psichiatria Democratica ( PD) vuole denunciare, con forza, che  un'altra ferita non solo non verrà rimarginata ma si estenderà, incancrenendosi ancor più. Ci riferiamo agli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), alla disapplicazione della legge 9/2012 ed al pericolo - ormai fin troppo evidente - di uno slittamento della loro chiusura, a dopo il marzo 2013!

P D, aveva già evidenziato - a chiare lettere - lo scorso 3 aprile u.s. nell'audizione presso la Commissione Marino al Senato, il pericolo dell'affossamento della legge, criticando anche le proposte avanzate circa le dimensioni delle strutture dove ospitare gli utenti e rimarcando, altresì,il timore che il vuoto del Servizio pubblico potesse favorire derive privatistiche. Saltava agli occhi, che gran parte di AASSLL e Regioni erano (e sono) del tutto ferme, non avendo posto mano all'elaborazione condivisa,tra tutti gli attori in campo, di programmi personalizzati per ciascun internato. Per sconfiggere definitivamente questi mostri, occorre uno scatto ed uno sforzo  immediato e collettivo ma, prioritariamente, interventi operativi determinati ed urgenti da parte del Governo nei confronti delle Aziende Sanitarie e delle Regioni acchè entro il 31 marzo 2013 - così come previsto dalla legge- gli OPG chiudano i battenti.

Per evitare l'onta del rinvio della chiusura a dopo il termine indicato nella legge, Psichiatria Democratica propone un percorso chiaro e semplice:istituire, da parte dei Ministeri della Salute e della Giustizia, un Ufficio di dismissione, una task-force operativa, che possa avvalersi - per il solo tempo necessario- dell'esperienza di alcuni funzionari. Questo organismo - che proponiamo, a tempo e a costo zero - dovrebbe affiancare Regioni ed AASSLL, concordando la migliore allocazione delle risorse umane ed economiche e monitorando, altresì, lo sviluppo dei singoli progetti, sia dal punto di vista abitativo che progettuale, per singolo utente.

Lanciamo un pressante appello a raccogliere questa nostra proposta ai Ministri Severino e Balduzzi,  e, ci auguriamo, sostenuta da quei Deputati e Senatori che più si sono impegnati, in questi anni, a fianco delle fasce più diseredate, gli stessi che non si sono risparmiati e - come si dice - che ci hanno messo la faccia,ed a quella parte del Paese che non vuole rassegnarsi a questa malattia                    .

L'ingiustizia è di per sè una malattia.

 

Contro ogni alibi, la proposta di Psichiatria Democratica per chiudere presto,bene (e veramente) gli OPG

 

Ospedali psichiatrici giudiziari

Subito un Ufficio per chiuderli

 

 Emilio Lupo

Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica

L'Unità domenica 14 ottobre 2012 (pagina 18)

 

L'ITALIA SPEGNE LE LUCI PER RISPARMIARE. SUI GIORNALI SI LEGGE OGNI PASSO DELLA MANOVRA ECONOMICA PRESENTATA IN Consiglio dei ministri,ma non si parla di una legge importante che rischia di rimanere nel cassetto ina. e la chiusura degli OPG, gli ospedali psichiatrici giudiziari.E' la legge numero 9 del 2012,che tra l'altro prevede, entro il prossimo marzo, l'entrata in vigore di una serie di misure per garantire diritti anche a questi reclusi.

Una ferita quella degli OPG, come è per le carceri italiane, che ci si augurava potesse rimarginarsi dopo le continue e sempre più incalzanti denunzie sulla violazione dei diritti costituzionali, da parte non solo delle associazioni che come la nostra se ne interessano, ma anche delle stesse autorità politiche, come la Commissione presieduta dal Senatore Marino. Anche il Capo dello Stato ha espresso il suo sdegno.

Il video promosso dalla Commissione e girato nelle strutture manicomiali, è penetrato negli occhi, nel cuore e nella mente dell'opinione pubblica, producendo, con un impegno costante ed esemplare di tutti e grazie alla sensibilità del Ministro della Giustizia, il varo della suaccennata legge numero 9.

Da allora tavoli tecnici, gruppi di studio e iniziative a doppia velocità non hanno prodotto niente di quanto si doveva, ovvero programmi individualizzati per ciascun recluso, accompagnamenti nelle residenze territoriali (che devono essere secondo Pd di piccole dimensioni e a tempo), progetti di ritorno: al lavoro, agli affetti. Di risposte sinergiche, insomma, nemmeno l'ombra. Come Psichiatria Democratica, avevamo già evidenziato - a chiare lettere - lo scorso 3 aprile nella seconda audizione presso la Commissione Marino al Senato, il pericolo dell'affossamento della legge. Sia per quel che riguardava le proposte avanzate circa le dimensioni delle strutture che non configuravano case bensì caserme, sia per l'attivismo registrato -  pare - da parte di grandi strutture psichiatriche private per accogliere gli ex internati.

Ora bisogna decidere, e presto, se costruire rapidamente con uno sforzo, finalmente comune, risposte di civiltà oppure stare ancora a guardare.

La nostra proposta è  semplice, chiara, netta e nel pieno rispetto della spending review: l'attivazione immediata  di un Ufficio Speciale per la dismissione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), da parte dei Ministri di Giustizia e Salute, che ne governi e porti a termine - entro la data prestabilita del 31 marzo 2013 -  l'intero programma. L'Ufficio Speciale è ormai una necessità quanto mai urgente ed inderogabile in ragione dei gravissimi ritardi accumulati da tutti i responsabili del procedimento. Uno strumento, a tempo, quello dell'Ufficio Speciale di cui sollecitiamo il varo e che si interessi dell'allocazione delle risorse umane ed economiche, incastonate, beninteso, all'interno dei progetti individualizzati. Un gruppo di lavoro snello ed in grado di garantire l'omogeneità degli interventi, per evitare che ci siano realtà che, restando indietro vanifichino - fino a bloccare - l'intero programma.

Una realtà operativa che informi puntualmente le famiglie e che svolga con i servizi pubblici, una attività di raccordo con le agenzie presenti sui territori laddove dovranno essere accolte le persone attualmente rinchiuse negli OPG.

Psichiatria Democratica propone, pertanto, ai Ministri Severino e Balduzzi, di adottare questo strumento di intervento, che, potendo avvalersi delle sicure competenze che ciascun Dicastero possiede, sarebbe a costo zero. Avvalendosi dell'apporto delle migliori energie di Regioni e Aziende Sanitarie, l'Ufficio da un lato potrebbe annullare le sacche di resistenza e, dall'altro, garantire il mantenimento della centralità del Servizio pubblico. Tale centralità rimane, nel tempo, strumento principe di garanzia di equità ed omogeneità, ma anche di argine contro nuove possibili spinte privatistiche e "concentrazionali".

E' questa un'occasione per scrivere, insieme, una bella pagina della nostra storia contemporanea, non perdiamola.