A conclusione di “Quando c’erano i matti”
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- Pubblicato Lunedì, 18 Aprile 2016 04:47
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Il 5 aprile scorso si svolta nel Campus del Pionta, già sede del manicomio di Arezzo e oggi dell’Università, una giornata di studio sul tema: “Quando c’erano i matti - Psichiatria e antipsichiatria tra storia e memoria” con la mattinata dedicata al “Laboratorio aretino” e il pomeriggio a “Istituzioni manicomiali tra Italia ed Europa”.
La giornata, organizzata dal Dipartimento di Arezzo dell’Università di Siena, con la presentazione del libro dello storico John Foot “La “Repubblica dei matti” – Franco Basaglia e la psichiatria radicale in Italia, 1961-1978”, è stata l’occasione per riaprire una riflessione storica e scientifica sul “laboratorio aretino” della chiusura dell’ospedale psichiatrico a partire dagli anni ’70 sotto la direzione di Agostino Pirella.
Particolarmente significativo il riconoscimento tributato da Foot all’esperienza aretina da lui considerata, insieme a Trieste, una delle due capitali del movimento basagliano: “Dagli anni sessanta agli anni ottanta – ha detto il docente dell’Università di Bristol - Arezzo è stata una delle capitali della psichiatria radicale in Italia. Qui nel 1971 arriva Agostino Pirella, che inizia a ‘rovesciare’ l’istituzione manicomiale e a dar voce ai pazienti. La memoria di quell’esperienza non è andata perduta. Ad Arezzo, nell’archivio del suo ospedale psichiatrico, è conservata una storia importantissima raccontata solo in parte. Dobbiamo ripartire proprio da qui, dall’archivio, dai pazienti, dalle storie delle persone spesso dimenticate. Il Pionta è oggi un luogo universitario che conserva la memoria del passato – ha aggiunto - dove c’è un monumento unico al mondo dedicato alle vittime dei manicomi. Abbiamo chiuso gli ospedali ma non abbiamo certamente risolto i problemi della salute mentale. Le strutture sul territorio ci sono ancora e hanno bisogno di appoggio e risorse per funzionare, per sostenere le persone con disagio psichico”.
I numerosi interventi hanno sottolineato la specificità Arezzo rispetto alle altre esperienze italiane; qui, sotto l’impulso di Bruno Benigni, allora assessore provinciale e di Agostino Pirella, la chiusura del manicomio si è inserita in una esperienza di salute di comunità complessiva e non solo di salute mentale, che a partire dalla deistituzionalizzazione del manicomio ha investito adulti e minori con difficoltà psichiche ma anche le strutture della normalità con il superamento delle scuole speciali e delle classi differenziali, la creazione di un Gruppo Scuola che ha curato l’inserimento degli alunni svantaggiati nelle classi normali, la chiusura del brefotrofio provinciale, la deistituzionalizzazione delle grandi strutture per anziani presenti nel territorio provinciale.
Per valorizzare questo lavoro, ancora largamente misconosciuto, la Direttrice del Dipartimento e il Centro “F.Basaglia” (fondato da Bruno Benigni) hanno auspicato la creazione di un Centro di Documentazione che favorisca il “lavoro di valorizzazione del patrimonio conservato nell’archivio storico dell’Ospedale psichiatrico e un’attività di ricerca e di studio attraverso un approccio multidisciplinare”.