Mestre: cure antiistituzionali

Salute Mentale:

Pratiche di cure antiistituzionali a Venezia

 

Mestre 1Sabato 29 marzo si è tenuta a Venezia Mestre, nella prestigiosa sede del Museo del ‘900 M9 nell’ auditorium Cesare De Michelis, la presentazione del libro ‘Psichiatria Democratica cinquant’anni straordinari’, a cura di Emilio Lupo, nell’ambito del convegno Salute Mentale: pratiche di cura antistituzionali a Venezia, dedicato al ricordo di Nico Casagrande, collaboratore di Basaglia sin da Gorizia, direttore dell’Op di Gorizia, vicedirettore di Trieste e successivamente direttore dei Servizi Psichiatrici veneziani. Uno dei fondatori di PD, avvenuta nel 1973 a Bologna.

All’incontro hanno preso parte Maria Teresa Menotto, Emilio Lupo, Paolo Serra, Giusy Gabriele, Guido Pullia, Silvana Gasperoni e Marcello Lattanzi, tutti compagni e molti di loro collaboratori di Nico a Gorizia e Venezia.

Ha introdotto Maria Teresa Menotto, moglie di Casagrande, che si è soffermata sulla figura umana e politica di Nico, descrivendone i tratti salienti. Nico non è stato solo un rivoluzionario della psichiatria, come hanno sottolineato i relatori successivi, ma anche un uomo che aveva chiaro il significato politico e umano del prendersi ‘cura’, che concepiva come un bene comune, ancor prima che professionale, un imperativo morale e un processo collettivo.

Dopo di lei il ricordo della storia di Nico e dei Servizi da lui diretti, prima di tutto Gorizia, è stata rievocata sia da Paolo Serra, il quale ha ripreso tutte le tappe del duro e faticoso lavoro del gruppo goriziano per l’apertura del manicomio che ha spianato la strada alla presa in carico territoriale del disagio psichico, che da Emilio Lupo.

Lupo si è anche soffermato sul volume “Psichiatria Democratica 50 anni straordinari”, da lui curato, e che racconta la storia del movimento fondato da Basaglia, Ongaro, Casagrande, Pirella, Slavich ed altri, e lo ha fatto attraverso le testimonianze di operatori e di quella parte della “migliore società” che ha partecipato e condiviso le lotte per il superamento dei manicomi in Italia e la creazione dei Servizi territoriali in grado di promuovere una Salute Mentale di comunità. Poi l’esperienza veneziana, su cui si sono soffermati in modo ampio e approfondito tutti gli altri partecipanti: Giusy Gabriele giunta a Venezia con Nico nel 1978, Guido Pullia, protagonista della storia della psichiatria veneziana dai primi anni ’70 e poi Silvana Gasperoni e Marcello Lattanzi, operatori in primo piano nella città veneziana, la prima dai primi anni settanta al 2012 e il secondo dal 1988 al 2018.

Mestre 2Vivace è stato il dibattito finale col pubblico e le forze politiche e sociali locali, che sono apparse partecipi e coinvolte soprattutto quando si è parlato della situazione attuale dei servizi, purtroppo lontana dal coinvolgimento collettivo che c’era fino a dieci anni fa.

Commovente e profondo il ricordo di Nico e delle esperienze da lui messe in piedi, soprattutto la straordinaria esperienza veneziana, che è rimasta nel DNA del servizio per tutti i decenni successivi, fino al 2014.

Mestre 3Dopo di che si sono messi in moto processi di restaurazione che hanno riportato nella psichiatria pubblica veneziana logiche tecniciste e vuote di significato umano, che hanno progressivamente reso più difficile la pratica della presa in carico, cioè di una visione più complessa degli interventi in salute mentale.