Convegno associazione Pandora

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ASSEMBLEA PUBBLICA

COMITATO ALBERGO DEI POVERI

Dopo l'approvazione della delibera n.645 del 13 agosto 2013 da parte della giunta comunale di Napoli si attende che incomincino, finalmente, i lavori per la realizzazione, nell'Albergo dei Poveri, del Centro Comunale Diurno e delle Unità di accoglienza notturna, con annesso Orto sociale cittadino, per i senza dimora proposto da donne, uomini e associazioni che aderiscono al  Comitato Albergo dei Poveri.

Questa importante tappa è il frutto di un lavoro senza sosta che il Comitato per l'Albergo dei Poveri ha iniziato nel lontano 2001 e che persegue l'obiettivo della creazione, a Napoli, di un circuito di servizi territoriali pubblici, fortemente differenziati nelle offerte ed in grado di rispondere ai molteplici bisogni delle persone costrette a vivere in strada.

Il progetto, presentato dal Comitato Albergo dei Poveri, é stato fatto proprio dall'Amministrazione comunale in una ottica di progettazione condivisa che può e deve coinvolgere tutte le realtà che in città hanno a cuore i diritti degli ultimi. Ed é per questo che invitiamo associazioni, istituzioni e cittadini ad un confronto pubblico affinché il progetto venga ulteriormente arricchito con il contributo di tutti, i lavori vadano avanti celermente e  l'amministrazione comunale faccia gli ulteriori passi per realizzare al più presto il Centro.

Deve essere l'occasione per un confronto pubblico anche con le istituzioni comunali  per definire le modalità ed i tempi per l'attivazione del Centro.

Per tutto questo é indetta una

                                    ASSEMBLEA PUBBLICA

                         16 ottobre 2013 ore 17,00

             Albergo dei poveri  - c/o Palestra Kodokan

Piazza Carlo III – Napoli

Partecipa l’Assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli Roberta Gaeta

Hanno aderito all’iniziativa: Psichiatria Democratica; Associazione Il carcere possibile; Associazione le museper-loro; Associazione Scuola di pace; Comunità Cristiani di base del Cassano; Associazione Via nova; Comunità Michea; Associazione culturale Arcobaleno; Rete rione Sanità; Comitato acqua pubblica, Napoli; Comitato campano con i rom; Andare oltre; Centro la Tenda; Federconsumatori Campania – Napoli; Gesco; Associazione campo libero.

Sono stati invitati Amministratori comunali e della municipalità.

L’iniziativa ospiterà le tavole progettuali su l’Albergo dei Poveri del Prof. Riccardo Dalisi :“ Chi sogna vince”.

                                                   Il Comitato per l'Albergo dei Poveri

Dalla salute mentale al social design

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Manifestazione del 12 ottobre

400 300 banner costituzioneviamaestra“Psichiatria Democratica aderisce perché questa Costituzione è baluardo estremo di difesa della nostra libertà e della nostra  democrazia.

Come la democrazia essa è come l’aria che respiriamo,  della cui importanza e necessità ci accorgiamo quando viene a mancare.

Così come la 180, che non è solo mera legge di assistenza psichiatrica, essa è una utopia realizzata bisognosa comunque di sostegno e difesa.

Psichiatria Democratica non si è arresa e non si arrende alle cose come sono e lotta per come vorrebbe che fossero.

Il mondo ha bisogno di essere cambiato e riscattato, come dimostrano i “morti ammazzati” nell’immane tragedia di Lampedusa.

Questa Costituzione dà senso alla vita e determina che la vita abbia un senso, contro tutte le ingiustizie del mondo.

Luigi Attenasio Presidente   Emilio Lupo  Segretario”

Cari tutti, qui sopra riporto il messaggio con cui  come Psichiatria Democratica abbiamo aderito alla manifestazione di domani per la Costituzione.

Non ci è stato difficile rintracciare sintonie, fatte le dovute proporzioni, tra i destini della nostra Costituzione e quelli della nostra “amata” 180.

Ricordava una volta Bobbio che la stessa Costituzione, e lo spirito democratico che la ispira e sostiene, ha avuto, subito dalla sua instaurazione, ostacoli e difficoltà.

Un po’ come la 180, avversata già dal giorno dopo della sua approvazione. Invece di applicarla si cominciò subito a dire che bisognava cambiarla.

La Costituzione ha “fomentato”, lo ricordava tempo fa Zagrebelsky, un innalzamento civile di tanti esseri umani esclusi dalla partecipazione alla vita politica, costretti a una visione dell’esistenza esclusivamente ripiegata su se stessa, come erano coloro che formavano le masse operaie e contadine otto-novecentesche, come, ricordiamo noi, la 180 ha “fomentato” il riscatto sociale e civile e la riacquisizione dei diritti dei tanti “colpiti” dalla violenza gratuita e senza speranza del’istituzione-manicomio.

E’ per questo e tanto altro ancora che domani saremo in piazza.

L’appuntamento è domani alle ore 14 in piazza della Repubblica dove c’è Mc Donald’s, all’angolo sotto i portici.

Buon tutto e … a domani

Gigi Attenasio

“IL PENSIERO LUNGO” La contenzione è incostituzionale?


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Foto della Manifestazione del 12 ottobre

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Roma - 12 ottobre 2013 manifestazione X la difesa della Costituzione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Roma 12 ottobre 2013 manifestazione per la difesa della Costituzione 2

Report assemblea pubblica del 16 ottobre 2013

All'assemblea pubblica del 16 ottobre, promossa dal Comitato Albergo dei poveri e tenutasi presso il locali dell'associazione Kodokan, avente ad oggetto la realizzazione - nell’ottica di una progettazione condivisa - nell'Albergo dei Poveri, del Centro Comunale Diurno e delle Unità di accoglienza notturna, con annesso Orto sociale cittadino, per i senza dimora, ha visto una grande partecipazione di cittadini e di rappresentati di associazioni o gruppi.

All'incontro ha preso parte una folta rappresentanza istituzionale, gli assessori comunali Roberta Gaeta (politiche sociali) Carmine Piscopo (urbanistica), il vice presidente del consiglio comunale Elena Coccia,  il presidente della commissione politiche sociali  Vincenzo Gallotto,  l’Assessore alla III municipalità Salvatore Parisi.

Il confronto é stato franco ma costruttivo, l'assemblea,  pur ribadendo che si deve registrare già un ritardo nella prevista tabella di marcia, ha apprezzato la condivisione del progetto e l'assunzione di precisi impegni da parte degli assessori e degli altri esponenti istituzionali presenti.

In particolare gli assessori si sono assunti l'impegno di trasformare immediatamente il progetto in delibere dell'amministrazione comunale.

L'assessore Piscopo ha inquadrato l'intervento di via Tanucci nell'ambito di una riqualificazione complessiva dell'area circostante Piazza Carlo III e si é assunto l'impegno di far partire i lavori di consolidamento al più presto, di farli completare in 4/5 mesi, di elaborare il progetto di ristrutturazione e di predisposizione dei locali da sottoporre alla soprintendenza per l'approvazione.

L'assessore Gaeta si é assunta l'impegno di dare corpo immediatamente al progetto nei prossimi giorni dopo aver nuovamente consultato il Comitato e gli altri operatori che si occupano di senza dimora.

Su richiesta dell'assemblea, entrambi gli assessori si sono assunti l'impegno di far partire il progetto di Orto sociale cittadino  che non richiede interventi architettonici di particolare impegno.

Sono state illustrate, infine, agli intervenuti le tavole progettuali sull’Albergo dei Poveri del Prof. Riccardo Dalisi

L'assemblea é stata veramente un fruttuoso confronto pubblico tra associazioni, istituzioni e cittadini per far fare al progetto passi avanti.

Il Comitato ha ribadito che continuerà la propria battaglia fino alla vera e propria apertura del Centro per i senza dimora presso l'Albergo dei poveri.

La prossima assemblea pubblica, con un nuovo incontro con l’Assessore Gaeta, intanto é già fissata per il giorno 20 novembre, sempre presso la palestra Kodokan.

Napoli, 19 ottobre 2013

Il Comitato per l'Albergo dei Poveri

Lella Romagno

Lella Romagno2

E' con grande dolore che Psichiatria Democratica (PD) comunica che nel tardo pomeriggio di sabato scorso, 19 ottobre, è deceduta Lella Romagno giovane e combattiva dirigente e militante di PD della BasilicataAi familiari, ai suoi compagni di lavoro ed a quanti hannno avuto modo di conoscerla ed apprezzarne le grandi doti umane e il suo impegno quotidiano, e senza risparmio, a fianco delle persone in difficoltà perchè si affermassero sempre giustizia ed eguaglianza, giungano le più sincere e sentite condoglianze di tutta Psichiatria Democratica, cui mancherà tantissimo.

Mi unisco al dolore di tutta Psichiatria Democratica per questo lutto che ha colpito non solo la sezione lucana, ma tutta la psichiatria.
Ti prego di farti portavoce anche del nostro dolore.

Renato De Michele
Pres. L'Aquilone soc.coop.sociale

 Lella era di Banzi, in Basilicata, dove avranno luogo le sue esequie oggi, alle 15.

Lella Romagno  era una dirigente di Psichiatria Democratica, giovane, appassionata, bella dentro e bella  fuori.

Aveva un profondo senso della giustizia che la portava sempre a schierarsi con i più poveri, i più esclusi,  i più  oppressi.  Era dotata di un ottimismo vivace, creativo che  non si fiaccava di fronte a qualsiasi difficoltà, pur valutandone adeguatamente spessore e portata.

Ci mancherà il suo calore umano, il suo entusiasmo,  il suo sorriso, ma noi continueremo a lottare anche per lei, con lei.

Di fronte a un carcere dismesso, dove facevo le supervisioni,  una volta, prima  di partire,  insieme a un infermiere, mi ha regalato due enormi forme di pane, dicono che sia tra i più buoni di tutti.

Ecco, così voglio ricordare Lella , il suo volto bellissimo di giovane madre che nutre.

Paolo Tranchina

Psichiatria Democratica le aveva acceso l’anima

Psichiatria Democratica ne conserverà il calore

 Non aveva ritegno di fronte alla protesta delle ingiustizie

Le ingiustizie attraversate dai suoi occhi erano svelate

Il diritto era la meta del suo lavoro

I senza diritti erano lei stessa

Senza di te saremo meno

Con te nel cuore saremo però più forti

Addio compagna Lella, addio sorella

(sasà di fede)

Rischio proroga per gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e grave carenze di risorse nei Servizi di Salute Mentale sul territorio.

Psichiatria Democratica (PD) ribadisce le sue forti preoccupazioni sull' andamento del processo di chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari  a causa della neoconcentrazione che verrà a crearsi per l'attivazione di centinaia e centinaia di nuovi posti letto, invece di concretizzare programmi di presa in carico individualizzati per ciascun utente, favorendo – in maniera prevalente – l’ingresso  in abitazioni già esistenti sul territorio. La creazione di una task force e il coordinamento del Presidente Errani di tutte le iniziative regionali per “chiudere presto e bene “ gli OPG che nel corso del tempo abbiamo avanzato, forti della nostra lunga esperienze sul campo, sono rimaste inascoltate ed ora caos e ritardi la fanno da padrone; condizioni queste che preannunciano un nuovo slittamento della chiusura e perciò ancora custodia e rinnovo di prorogheper gli internati. Tutto questo in assenza, peraltro, di qualsiasi iniziativa legislativa, relativamente alla messa in discussione della cosiddetta "pericolosità sociale" che, a più riprese, PD ha richiesto in tutte le sedi di affrontare, come elemento assolutamente centrale per il presente come per il futuro per cittadini autori di reati.

Psichiatria Democratica(PD) continuerà – in ragione delle sue scelte e pratiche -  a stare, nei processi di cambiamento in maniera attiva e propositiva;i dirigenti e i militanti della nostra organizzazione, difatti, continueranno - affermano Lupo, Attenasio, Bondioli e di Fede - a sporcarsi le mani, proseguendo le visite (le nuove sono già calendarizzate ) in delegazione in tutti gli OPG del Paese, a fare proposte di merito, a lavorare  per rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono lo sviluppo di pratiche di Salute Mentale di comunità. In questo modo PD intende contribuire, fattivamente, al reale superamento delle sei strutture asilari. Senza tregua, incalzeremo, tutti gli attori istituzionali, per contribuire alla realizzazione di reali percorsi di inclusione sociale territoriale, di presa in carico effettiva delle persone ristrette, da parte dei Servizi di Salute Mentale, e non già nuovi luoghi di sofferenza, separazione e di custodia come quelle che vanno delineandosi.

Inoltre Psichiatria Democratica denuncia con forza il progressivo depauperamento - per la sempre maggiore carenza di risorse umane ed economiche - dei Servizi psichiatrici sul territorio nazionale, depauperamento che bisognerà fermare subito se non si vorranno vedere vanificate le straordinarie esperienze territoriali maturate nel corso degli anni. Lo sviluppo di quelle pratiche di Salute Mentale di comunità  che hanno reso effettivo un nuovo protagonismo di utenti e di familiari, evidenziando - come fondamentale e irrinunciabile - la multidisciplinarietà del duro lavoro svolto dagli operatori territoriali. In conclusione si ribadisce che l’attuazione della riforma costituisce il punto di riferimento ed insieme l’argine, per bloccare qualsiasi tentativo di ritornare a regimi di custodia e cura  che si vorrebbe attuare destinando sempre più risorse al privato a danno del pubblico che deve rimanere, invece, sempre il titolare di ogni progetto di salute.

Ottobre 2013

Le competenze trasversali nelle équipe della salute mentale


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Al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi

Finalmente la Toscana ha uno scatto di orgoglio degno del suo glorioso passato di primo governo ad avere abolito la pena di morte e del suo protagonismo nelle lotte anti-manicomiali degli anni’70.

Non si può che plaudire alla proposta del Presidente Rossi in risposta all’appello del Presidente Napolitano sulla situazione carceraria di attivare, in tempi brevi, alternative alla detenzione contribuendo concretamente alla soluzione del sovraffollamento.

Ma c’è un altro appello del Presidente della Repubblica che attende una risposta: quello sull’ “orrore degli ospedali psichiatrici giudiziari” per la cui chiusura è stata approvata una legge nel febbraio 2012 che ha già subito una proroga nella sua scadenza per la chiusura e si avvia, con buona pace di tutti, ad un ulteriore rinvio; l’urgenza di dare una risposta di civiltà agli internati in opg deriva anche dal fatto che per loro, al contrario che per i detenuti comuni, non ci saranno né indulti né amnistie (ammesso che vengano fatti).

Anche la Toscana ha un problema “Ospedale Psichiatrico Giudiziario”, anzi due: quello di coordinare, in quanto sede di Istituto, le Regioni del bacino che fanno capo a Montelupo nei loro programmi di dimissione e quello di dimettere, chiudendo definitivamente Montelupo, i cittadini toscani malati di mente e autori di reato restituendo loro il diritto alla cura.

Gli attuali internati toscani sono circa 40 e vivono, nonostante qualche miglioria ambientale e l’impegno del personale, in ambienti in condizioni di degrado ancora molto simili a quelle denunciate dalla Commissione Marino (e che portarono al sequestro di alcuni padiglioni) e in un “clima” in cui gli aspetti carcerari continuano a prevalere su quelli per la cura.

E’ vero che la Regione ha presentato nel settembre scorso un piano per il superamento di Montelupo ma si tratta di un progetto che nuovamente punta tutto sulla istituzione di nuovi posti letto o sul potenziamento di quelli esistenti – per un totale di 72 posti letto a fronte di una presenza, come detto di circa 40 internati – e che, senza volere entrare nel dettaglio di altri aspetti criticabili del progetto, prevede di creare ex novo queste strutture per le quali, compresa quella di S.Miniato strategica per tutto il progetto, non esiste nulla (identificazione e localizzazione della struttura nel territorio, progetto edilizio esecutivo, ipotesi di gestione, ecc.) se non la richiesta di finanziamento avanzata al Ministero della Salute.

E’ evidente che si tratta di un percorso lungo ed incerto mentre gli internati di Montelupo, come gli altri detenuti di cui la Regione tramite suo vuole farsi carico, richiedono risposte immediate e concrete.

Allora  occorre affrontare la chiusura di Montelupo, almeno per quanto riguarda gli internati toscani, con lo stesso spirito che informa la sua proposta per la scarcerazione  di 300 detenuti tossicodipendenti.

Nel caso di Montelupo i numeri sono molto inferiori, inoltre esiste già un finanziamento per la dimissione di 20 internati che una volta avvenuta ridurrebbe ad una ventina il numero di soggetti di cui i dipartimenti di salute mentale dovrebbero farsi carico.

Non possiamo credere che Dipartimenti di Salute Mentale che trattano annualmente oltre 50000 pazienti e ne ha in carico quasi trentamila, in una Regione che dispone di oltre 400 posti letto psichiatrici in strutture residenziali, non riescano a trovare una risposta a 40 internati che sono, innanzitutto e come prevede la legge, cittadini bisognosi di cure!

La Regione attivi quindi per la chiusura di Montelupo e la presa in carico nel territorio degli internati toscani una task force chiamando a parteciparvi, oltre alla Regione e ai Dipartimenti di Salute Mentale, la Magistratura, il PRAP, le Aziende USL, le associazioni e il terzo settore; si abbandonino progetti di nuova istituzionalizzazione della sofferenza mentale e si faccia tesoro delle esperienze virtuose già realizzate in diverse realtà toscane di presa in carico territoriale.

Coraggio Presidente, completi la sua proposta in favore dei detenuti tossicodipendenti, facendosi carico anche degli internati in OPG e la Toscana, col suo glorioso passato, tornerà ad essere un punto di riferimento per la civiltà dei diritti!

Arezzo, 29.10.2013

                                                           Cesare Bondioli – Psichiatria Democratica Toscana

Rifiutiamoci! di Alex Zanotelli

La Campania è una terra avvelenata e violentata. Perché la gente sta reagendo? Va ricordato che a partire dai primi anni '90 - quando l'Italia non ha più potuto esportare e seppellire i propri rifiuti tossici in Somalia (a causa della caduta del regime di Siad Barre, con il quale intratteneva fruttuosi rapporti) - è stato deciso che l'industria del centro-nord poteva smaltire materiali tossici in Campania.
Interessate soprattutto tre aree. Il cosiddetto "triangolo della morte", cioè la zona di Nola, Acerra e Marigliano, dove appunto molte persone stanno morendo di tumore a causa dei rifiuti. Il secondo è l'agro Aversano, in provincia di Caserta dove sono stati sversati anche i rifiuti tossici di Marghera. Ciò è avvenuto in virtù di un "contratto" siglato tra industria del nord e camorra. Nella partita c'è anche l'industria campana.
La terza area è la "terra dei fuochi", al nord di Napoli. Un territorio che comprende Giugliano, Villaricca, Frattamaggiore fino a Casal di Principe e oltre. Qui si è continuato a bruciare di tutto con quello che ne consegue per la salute pubblica. E qui, a Giugliano, si vuole costruire un inceneritore da 480 milioni di euro. Siamo al paradosso.
I commissari straordinari che si sono occupati della questione dei rifiuti nella regione hanno fatto la scelta degli inceneritori e delle megadiscariche. Per costruire quello di Acerra ci sono voluti otto anni. Nel frattempo hanno impacchettato i rifiuti, 8 milioni di tonnellate di "eco-balle" (così definite per spacciarle come ecologiche), e li hanno stivati in un'area fuori Giugliano. Con un costo di almeno 2 miliardi di euro. Il movimento che si occupa dei rifiuti si è opposto a questo scempio, ma non c'è stato nulla da fare. E adesso salta fuori che il governo vuole costruire un inceneritore a Giugliano per smaltire le eco-balle.
Da qui nasce la rabbia della gente contro fuochi e sversamenti: manifestazioni, incontri e appelli. Un punto di riferimento è don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, che ha dato una grossa mano per far partire questo movimento popolare che vede anche la partecipazione di parrocchie e comunità cristiane. Manifestazioni si sono tenute l'11 settembre a Giugliano: mi ha impressionato vedere mobilitarsi una "città-morta" come questa; il 12 settembre a Capua per dire no al biogassificatore (una tecnologia che trae energia dalle biomasse); l'8 di ottobre, con una marcia da Aversa a Giugliano; poi si è manifestato anche a Napoli, per contestare la gara d'appalto per la costruzione dell'inceneritore di Giugliano.
È molto bello sentire la presenza del popolo. Certo c'è il rischio che queste mobilitazioni siano utilizzate da taluni politici per rilanciarsi… Del resto ci sono altri pericoli, soprattutto quello indignarsi senza proporre qualcosa di nuovo, altre vie percorribili.
Il governo vuole bonificare le aree inondate di rifiuti. Ma la camorra potrebbe infiltrarsi anche qui e trarre soldi dalle bonifiche come li ha tratti dallo sversamento dei rifiuti.
Il 16 di novembre c'è un'altra manifestazione a Napoli. Quello che si chiede è il riciclo totale. Il governo Berlusconi ha puntato su 4 inceneritori e 12 megadiscariche per la Campania. Noi puntiamo sul riciclo come unica maniera per evitare che la Campania si avveleni ulteriormente. Come missionario, credo nel Dio della vita e sento che Lui mi porta all'impegno concreto in difesa della vita e della Madre Terra che non sopporta più l'"homo demens".

Visita all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) di Secondigliano - Napoli

Una delegazione di Psichiatria Democratica (PD) - composta dai dottori, S. di Fede, G. Loffredo,  E. Lupo e G. Ortano -  nella giornata di mercoledì 6 novembre, si è recata nuovamente in visita all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) di Secondigliano - Napoli, per conoscere le condizioni in cui vivono tuttora le persone lì ristrette e per informarsi, con i Dirigenti e il personale della Polizia penitenziaria, sulla concretezza delle procedure in atto, di ordine sanitario e amministrativo, per rendere possibile la  chiusura dello stesso Istituto nei tempi previsti dalla vigente legge in materia. Le persone ancora ristrette nella struttura sono in numero di 95, di queste 78 provengono dalla Campania e dal Lazio. 

A fronte di un registrato impegno da parte del personale tutto, Psichiatria Democratica, rileva tuttora i gravi e ingiustificati ritardi nell’attuazione della Legge di chiusura dell’OPG soprattutto a carico delle Regioni e delle ASL competenti. Le Regioni, difatti, che avrebbero dovuto fungere da pungolo e coordinamento del processo di dismissione si muovono, talora, in un’ottica di tipo burocratico risultando, a tutt’oggi, per niente incisive nel rendere effettivo il pur dichiarato impegno circa la programmazione di attività per la realizzazione dei decreti attuativi della Legge Severino. Le Asl  e i Dipartimenti di Salute Mentale poi, sono in genere ancora assenti sul piano della elaborazione dei Progetti terapeutici individuali - strada maestra, sottolinea ancora una volta e con forza Psichiatria Democratica - indispensabili per consentire lo svuotamento del manicomio giudiziario di Secondigliano come dei rimanenti cinque nel Paese. La risposta prioritaria da dare - laddove risulti cessata la pericolosità sociale - resta unica e chiara: l’accompagnamento in strutture socio-sanitarie territoriali e pubbliche già esistenti, il rientro, ove possibile,presso le famiglie d’origine o con la propria libertà delle persone attualmente ristrette negli OPG.

Psichiatria Democratica, nel confermare il proprio impegno - che continuerà nei prossimi giorni con la visita di tutti gli OPG italiani - fa appello, infine, alla Magistratura di Sorveglianza, perché si adoperi per quanto di competenza, presso le Regioni e le Aziende Sanitarie Locali, acchè la Legge Severino non finisca paradossalmente per essere utilizzata, con la sua non attuazione perpetrata, solo per rendere più efficiente il sistema attuale degli OPG. Bisogna assolutamente evitare, ribadiscono i dirigenti di PD, che l’impostazione di tipo burocratico /tecnicistico che si continua a dare a questi delicatissimi temi e l’attacco quotidiano allo stato sociale finisca per dare sempre più corpo ad una destinazione di discarica sociale, talora  come risposta alla povertà ed all’isolamento oppure giudiziaria, dei problemi del sovraffollamento carcerario attraverso procedure diagnostiche davvero ”bizzarre”. In questa condizione di stallo, gli OPG resterebbero funzionali alla macchina burocratica amministrativa che sostiene l’impianto ideologico di quella psichiatria che produce l’istituzionalizzazione dei bisogni, invece della presa in carico e questo in ragione del fatto  che contiene in sé il falso storico dell’ineluttabilità della malattia mentale perché senza speranza di cura. Una psichiatria che svolge il ruolo di  “cane da guardia” di una idea societaria che contempla solo consenso al sistema attraverso certificazioni di appartenenza alla sua parte sana ed efficiente alla sua riproduttività, espungendone ancora una volta nel manicomio il dolore che esso provoca, la sua malattia e la diversità.

Napoli 8 novembre 2013

“La cura in salute mentale”


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Riflessioni e proposte dopo la visita all’OPG di Reggio-Emilia.

COMUNICATO STAMPA

Riflessioni e proposte dopo la visita all’OPG di Reggio-Emilia.

Il 15 novembre i Dr Cesare Bondioli e Raffaele Galluccio, delegati di Psichiatria Democratica, hanno accompagnato il Consigliere Regionale dell’Emilia Romagna Avv. Antonio Mumolo in una visita all’opg di Reggio Emilia, nel corso della quale hanno incontrato sia il Direttore Dr Paolo Madonna che la Responsabile dell’U.O.C. Dr.sa Valeria Calevro, nonché il Direttore del DSM Dr Gaddo Maria Grassi.

La visita, svolta nell’ottica della chiusura dell’istituto, ha permesso di constatare condizioni ambientali sufficientemente decorose sul piano igienico sanitario ma anche il perdurare di alcune criticità oltre all’emergenza di alcune eccellenze.

Per ammissione generale dei nostri interlocutori i tempi previsti dalla legge per la chiusura della struttura non potranno essere rispettati e, per noi, permangono le riserve già più volte espresse su un progetto di chiusura che giudichiamo eccessivamente sovradimensionato e neo-istituzionale. Altri problemi interni evidenziati anche dai nostri ospiti nel corso della visita, costituiscono un oggettivo ostacolo alla realizzazione di un processo di dismissione in cui la prospettiva territoriale, per la quale esiste un finanziamento specifico regionale, prevalga su quella di nuovo internamento.

Ci riferiamo al fatto che su cinque sezioni (tutte della consistenza di 30-35 internati) dell’opg, quattro sono completamente a gestione sanitaria con un clima interno che tende a minimizzare le componenti carcerarie (presenza di personale sanitario, porte delle celle aperte continuativamente durante il giorno con possibilità di socialità per gli internati anche al di là delle attività trattamentali previste, ecc.), mentre la quinta è ancora completamente chiusa ed in questa il clima carcerario è prevalente (blindi chiusi durante il giorno, ecc.) su quello sanitario che invece dovrebbe essere la regola alla luce dell’attuale normativa.

Vero è che questa “anomalia” è ben presente negli operatori, soprattutto nella componente sanitaria, ma si auspica un impegno particolare per superarla.

Un altro problema sottolineato è nel rapporto con le Regioni del bacino non sufficientemente pronte a farsi carico del rientro dei loro internati.

Molto positivi sono, invece, non solo il trend delle dimissioni e delle Licenze Finali di esperimento (LFE), a conferma del positivo  rapporto strutturato tanto con i DSM di appartenenza degli internati che con la Magistratura, (su 240 pazienti in carico, 169 risultano presenti nell’Istituto mentre i restanti sono in LFE) ma soprattutto una formazione degli operatori che ha consentito di azzerare il ricorso alla contenzione. Così nel corso della visita abbiamo, casualmente, potuto assistere ad un intervento di gestione di un paziente che aveva avuto un episodio di aggressività nei confronti degli stessi operatori che ora lo stavano gestendo pazientemente, con atteggiamento fermo ma dialogico, senza ricorso a contenzioni fisiche come certamente sarebbe accaduto in passato, con la partecipazione anche del Direttore del DSM di Reggio di cui l’opg è parte integrante.

L’abolizione della contenzione rappresenta una tappa fondamentale per l’affermazione della dimensione sanitaria dell’intervento, tanto più all’interno di una struttura di per sé volta alla contenzione e alla repressione, e di questo va riconosciuto merito agli operatori.

Quello che stupisce è che questo risultato, di cui tutti dovrebbero andare orgogliosi, sia contestato addirittura dai sindacati (CGIL, Cisl e Coordinamento nazionale Polizia Penitenziaria) che in un loro comunicato stampa, in relazione ad un intervento nei confronti di un paziente particolarmente agitato che ha richiesto una gestione di oltre un’ora per raggiungerne la tranquillizzazione, invocano il ripristino del letto e degli strumenti di contenzione fisica che “menti illuminate del DSM” hanno deciso di eliminare dall’opg mentre, sempre al dire degli estensori del comunicato sindacale, questi continuano ad esserci nei servizi di diagnosi e cura: questo non ci pare un valido motivo per reintrodurre, laddove sono stati aboliti, strumenti che nulla hanno a che vedere con la cura ma dovrebbe, al contrario, essere l’occasione per richiederne l’eliminazione laddove vengano tuttora impiegati.

Al termine della visita non possiamo che auspicare che gli elementi gestionali positivi riscontrati, superando le ostilità denunciate, diventino sempre più il vero motore della chiusura e non producano, anche a Reggio Emilia, quell’effetto paradosso, già riscontrato in altre sedi di opg, per cui l’efficienza diventa un ostacolo alla chiusura.

18 novembre 2013

Stop agli Opg

Si è tenuta a Roma, oggi 21 novembre 2013, in piazza a Montecitorio, la manifestazione con Il cavallo azzurro di Franco Basaglia, per dire: ''Stop agli Opg''.

 

Roma 21 novembre - Manifestazione chiusura OPG 2

Roma 21 novembre Manifestazione chiusura OPG 3

Roma 21 novembre - Manifestazione chiusura OPG 2

Roma 21 novembre-Manifestazione chiusura OPG 1