Commemorazione

 

 

Un anno fa scompariva, prematuramente, il compagno Ernesto MELLONE, direttore della CGIL Campania e storico iscritto alla nostra As

sociazione.

Psichiatria Democratica (PD) lo ricorda con grande affetto per la costante attenzione ai temi delle persone in difficoltà di vita e dei giovani, e per la assidua partecipazione alle attività di PD, in tutte le sue articolazioni. Alla famiglia, alla CGIL ed a quanti ne hanno potuto apprezzarne il rigore etico, la sensibilità e la grande passione civica, Psichiatria Democratica vuole fare giungere - in questo momento - i sensi della più viva partecipazione.

 

Notte da Matti-Modena 25 Ottobre


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Notte da Matti-Modena 21 Ottobre


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Le Parole ritrovate-Modena 28 ottobre


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VIDEO SHOCK - L'orrore degli OPG 1

 

 

Giustizia: negli Opg 1.322 internati; 213 sarebbero dimissibili ma non trovano collocazione

Tavolo tecnico tra i ministri Fazio (Salute) e Palma (Giustizia). “In atto uno stretto monitoraggio.
Studieremo percorsi di riallocazione sul territorio, che speriamo possano essere attivi nello
spazio di sei mesi”.

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“Non sono solo, perché sono un internazionale”

 

Come uscire dalla cronicità. Il processo di restauro del delirio

Elisabetta Rossi Gallani

 Infermiera - SSM AUSL Reggio-Emilia

Servizio di Salute Mentale - Castelnovo nè Monti

Animazione sociale Gruppo Abele n°1 anno 2009

 

Una storia come tante altre

Novembre di cinque anni fa: Riccardo fu ricoverato in struttura residenziale. Fu la prima personache, in via sperimentale, scelsi di seguire, al termine di una formazione in case management, al fine di programmare, attuare e coordinare un programma di cura personalizzato.

L’operatore, in primo luogo, elabora il programma di cura, lo discute, lo condivide con l’equipe, con il paziente, se possibile (in questo caso, data la gravità psicopatologica di Riccardo, non mi fu possibile una condivisione con lui), con i familiari; in secondo luogo, come un regista, mette in campo e coordina tutti gli attori della rete, coinvolti nella cura della persona..

In breve: Riccardo è divorziato; prima del divorzio lavorava in una grande città come responsabile di un’importante boutique; era anche paracadutista. Dopo il divorzio egli tornò al paese natale e la moglie rimase a vivere in città, con la loro figlia. Riccardo andò a vivere insieme alla madre.

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Convegno di Verona Razze e Razzismi

Alcuni partecipanti al convegno dell'11 e 12 novembre 2011.

Prossimamente gli atti.

Da sinistra G.Ortano, G.Pullia, L.Attenasio, R.Galluccio, E.Lupo, E.Venturini, M.Geneth,C.Dotolo, A.Ricci e C.Bondioli

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Musica perseguitata


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Le tessere di PD

  • Tessere anni 2004 e 2005Tessere anni 2004 e 2005

  • Tessere dal 2008 al 2011Tessere dal 2008 al 2011

  • tessere anni 2006 e 2007tessere anni 2006 e 2007

  • Tessere anni 2001,  2  e 2003Tessere anni 2001, 2 e 2003

DOCUMENTO FINALE DEL 44° CONVEGNO NAZIONALE SEAC

 

COORDINAMENTO ENTI E ASSOCIAZIONI

DI VOLONTARIATO PENITENZIARIO  SEAC

Via Fontanarosa, 17 - 00177 Roma

Tel. 06.27858273 - Fax 06.27868864

tel.  338.9489515 

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DOCUMENTO FINALE

DEL 44° CONVEGNO NAZIONALE SEAC

 

Il SEAC – Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario al termine del suo 44° Convegno Nazionale sul tema “Dal carcere alle misure alternative. La dignità della persona detenuta” , prendendo atto delle numerosissime criticità presenti nel sistema penitenziario attuale, come rilevato anche da vari esponenti della Amministrazione Penitenziaria, della classe politica e del mondo accademico intervenuti ai lavori, chiede che il Governo di recente insediato, le assemblee legislative, la Magistratura e tutti coloro che hanno un ruolo attivo nella gestione della cosa pubblica si adoperino per porre fine a quanto di irrazionale e inumano caratterizza ancora l'esperienza della pena, per restituirla alla sua finalità primaria, prevista dalla Costituzione e della leggi italiane.

In particolare si chiede di:

·         potenziare l'esecuzione penale esterna, sia dando maggiore funzionalità alle misure già attive, mediante l'incremento di operatori di area educativa interna al carcere per quanto riguarda la fase preparatoria della misura, che di operatori degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna;

·         modificare la legge 199/2010, portando almeno a 18 mesi il limite di applicabilità della stessa. Il provvedimento di detenzione domiciliare previsto da tale legge sia irrogato direttamente dal magistrato della cognizione e non dal magistrato di sorveglianza, per evitare un inutile appesantimento burocratico;

·         prevedere forme di messa alla prova, magari accompagnate da lavori socialmente utili o da azioni riparative per le vittime del reato o per la collettività, come già viene fatto in altri paesi europei. Una tale previsione si rende particolarmente urgente per gli adulti più giovani, a cui va, per quanto possibile, evitata l'esperienza della detenzione in modo da scongiurare un ulteriore avvicinamento al circuito criminale;

·         finanziare nuovamente e con urgenza  la legge 193/2000 (legge Smuraglia), che mediante il sistema degli sgravi fiscali ha creato percorsi di inserimento lavorativo e riabilitazione dei detenuti;

·         impegnare i Provveditorati Regionali dell'Amministrazione Penitenziaria, le Regioni, gli Enti Locali territoriali e il Terzo Settore a elaborare progetti di ampio respiro per il reinserimento sociale dei detenuti, per lo svolgimento delle misure alternative alla carcerazione mediante la costruzione di borse lavoro, e il reperimento di opportunità abitative. Per il finanziamento di tali progetti si chiede che venga impegnata la Cassa delle Ammende.

 

In ordine ai problemi legati alla detenzione e al sovraffollamento delle carceri italiane l'assemblea SEAC, sollecitando una urgente revisione del Codice Penale che utilizzi la pena detentiva solo per i reati più gravi, propone:

 

·         l'abolizione della legge Cirielli e la totale depenalizzazione dei reati legati allo status di migrante, anche alla luce della giurisprudenza europea in materia;

·         la razionalizzazione del circuito penale, a partire da una interpretazione consapevole dei dati sulla consistenza della popolazione detenuta per provenienza geografica, per durata della pena, per appartenenza a particolari tipologie (alta sicurezza, tossicodipendenza, condizione sanitaria ecc...);

·         la definizione di una data ultimativa certa per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e la previa e necessaria intesa con le  strutture sanitarie locali per la presa in carico dei pazienti attualmente in essi internati;

·         lo storno di un 5% delle risorse utilizzate per la gestione del circuito carcerario verso il sistema delle pene alternative alla detenzione.

 

 

                                                           Votato all'unanimità dall'Assemblea Nazionale del SEAC

                                                                                  il 26 novembre 2011

FIRENZE: INCONTRO PER VIERI MARZI, PSICHIATRA FIORENTINO

 

Alla presenza di operatori toscani, veneti, romani ed emiliani, si è svolta ieri sera, venerdì 25 novembre, presso la sede di Chille de la Balanza, all'ex O. P. San Salvi di Firenze, l'incontro "Scoperte, utopie, promesse nel pensiero di Vieri Marzi", organizzato da Psicoterapia Concreta e Psichiatria Democratica per il decennale della sua scomparsa.

Vieri Marzi è stato un protagonista di primo piano della riforma psichiatrica italiana, da Firenze a Gorizia, con Franco Basaglia, da Modena a Siena, all'Ospedale psichiatrico di Arezzo che ha diretto dopo Agostino Pirella. Membro attivo di Psichiatria Democratica, con altri colleghi ha fondato a Firenze la Società Italiana di Psicoterapia Concreta.

L'incontro è stato aperto da Chille de la Balanza  con la lettura di alcuni brani sul delirio, l'inconscio istituzionale, il gruppo come terapeuta, tratti dall' "Antologia degli scritti di Vieri Marzi" (69 interventi, 506 pagine), realizzata per l'occasione, da Paolo Tranchina e Maria Pia Teodori. Nella presentazione Tranchina ha sottolineato le capacità dell'autore di collegare esperienze diverse  e di essere maestro di epigrammi come: "La psiche è infinita  perché ogni volta che ne tracci i limiti l'allarghi", "Se non sei disposto a cambiare il mondo con lo psicotico non puoi curarlo".

Sandro Ricci, di Verona, ha ricordato la radicalità del pensiero critico al quale Vieri Marzi è rimasto fedele tutta la vita, e la sua rivisitazione di aspetti fondamentali della filosofia fenomenologico-esistenziale alla luce del pensiero del filosofo Italo Valent e delle esperienze antistituzionali di Franco Basaglia e Agostino Pirella sulle quali ha continuato a riflettere con efficacia e creatività.  Importante anche lo sforzo di tenere insieme unicità e molteplicità, soggetto e  oggetto, mente e corpo, di stare insomma nella contraddizione. Nel dialogo con la follia è fondamentale l'incontro tra senso e non senso come fondante di dialettiche nuove, come l'incontro con la irrazionalità del soggettivo. In questo contesto il gruppo come terapeuta offre al paziente infiniti livelli di identificazioni, ipotesi di identità. Infatti non c'è terapia senza rovesciamento dell'esistente, senza la possibilità di viversi come unici e molteplici. Ma come incontrare la follia liberata dai ceppi del manicomio? Chi deve farlo? Con che strumenti conoscitivi, con quali modalità, modelli di rapporto?

Cesare Bondioli di Arezzo, ha sottolineato che Vieri aveva sempre la deistituzionalizzazione come base per le sue riflessioni teoriche e che sempre collegava la teoria alla quotidianità  dei rapporti con i pazienti. Fondamentali nella sua teorizzazione sono stati anche i gruppi di intervisione, nell'incontro tra diverse équipes a partire dalle storie di singoli pazienti.

Nel dibattito Maridana Corrente, di Firenze, ha riflettuto sul fatto che "L'uomo è libero solo quando può considerarsi diverso", e Luigi Attenasio, psichiatra romano, ha ricordato gli incontri tra Vieri Marzi e gli operatori della capitale, sui quali sta uscendo un libro.

OPENING 0.1

IL MEDITERRANEO TRA ILLUSIONE E REALTÁ, INTEGRAZIONE E CONFLITTO NELLA STORIA E IN LETTERATURA

Vincenzo Consolo

Letto al convegno di Psichiatria Democratica 12-13.3.2009 Caltagirone

Archiviato nei saggi

 

In una notte di giugno dell' 827, una piccola flotta di Musulmani (Arabi, Mesopotamici, Egiziani, Siriani, Libici, Maghrebini, Spagnoli), al comando del dotto giurista settantenne Asad Ibn al-Furàt, partita dalla fortezza di Susa, nella odierna Tunisia, emirato degli Aghlabiti, attraversato il braccio di mare di poco più di cento chilometri, sbarcava in un piccolo porto della Sicilia: Mazara (nella storia ci sono a volte sorprendenti incroci, ritorni:Mazar è un toponimo di origine punica lasciato nell'isola dai Cartaginesi). Da Mazara quindi partiva la conquista di tutta la Sicilia, dall'occidente fino all'oriente, fino alla bizantina e inespugnabile Siracusa, dove si concludeva dopo ben settantacinque anni. Si formò in Sicilia un emirato dipendente dal califfato di Bagdad. In Sicilia, dopo le depredazioni e le spoliazioni dei Romani, dopo l'estremo abbandono dei Bizantini, l'accentramento del potere nelle mani della Chiesa, dei monasteri, i Musulmani trovano una terra povera , desertica, se pure ricca di risorse. Ma con i Musulmani comincia per la Sicilia una sorta di rinascimento. L'isola viene divisa amministrativamente in tre Valli, rette dal Valì: Val di Mazara, Val Dèmone e Val di Noto; rifiorisce l'agricoltura grazie a nuove tecniche agricole, a nuovi sistemi di irrigazione, di ricerca e di convogliamento delle acque, all'introduzione di nuove colture (l'ulivo e la vite, il limone e l'arancio, il sommacco e il cotone...);  rifiorisce la pesca, specialmente quella del tonno, grazie alle ingegnose tecniche della tonnara; rifiorisce l'artigianato, il commercio, l'arte. Ma il miracolo più grande durante la dominazione musulmana è lo spirito di tolleranza, la convivenza tra popoli di cultura, di razza, di religione diverse. Questa tolleranza, questo sincretismo culturale erediteranno poi i Normanni, sotto i quali si realizza veramente la società ideale, quella società in cui ogni cultura, ogni etnia vive nel rispetto di quella degli altri. Di questa società arabo-normanna ci daranno testimonianza viaggiatori come Ibn Giubayr, Ibn Hawqal, il geografo Idrisi. E sul periodo musulmano non si può che rimandare alla Storia dei Musulmani di Sicilia, (1) scritta da un grande siciliano  dell' 800, Michele Amari. Storia scritta, dice  Elio Vittorini, “con la seduzione del cuore” (2). E come non poteva non scrivere con quella “seduzione”, nato e cresciuto nella Palermo che ancora conservava nel suo tempo non poche vestigia, non poche tradizioni, non poca cultura araba ? Tante altre opere ha scritto poi Michele Amari sulla cultura musulmana. Per lui, nel suo esempio e per suo merito, si sono poi tradotti in Italia scrittori,

 

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Diventare protagonisti di una storia di cura

Elisabetta Rossi Gallani Infermiera - SSM AUSL Reggio-Emilia Servizio di Salute Mentale - Castelnovo nè Monti

 

 

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