Le tessere di PD
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- Published on Sunday, 27 November 2011 13:15
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DOCUMENTO FINALE DEL 44° CONVEGNO NAZIONALE SEAC
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- Published on Monday, 28 November 2011 09:31
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COORDINAMENTO ENTI E ASSOCIAZIONI
DI VOLONTARIATO PENITENZIARIO SEAC
Via Fontanarosa, 17 - 00177 Roma
Tel. 06.27858273 - Fax 06.27868864
tel. 338.9489515
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DOCUMENTO FINALE
DEL 44° CONVEGNO NAZIONALE SEAC
Il SEAC – Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario al termine del suo 44° Convegno Nazionale sul tema “Dal carcere alle misure alternative. La dignità della persona detenuta” , prendendo atto delle numerosissime criticità presenti nel sistema penitenziario attuale, come rilevato anche da vari esponenti della Amministrazione Penitenziaria, della classe politica e del mondo accademico intervenuti ai lavori, chiede che il Governo di recente insediato, le assemblee legislative, la Magistratura e tutti coloro che hanno un ruolo attivo nella gestione della cosa pubblica si adoperino per porre fine a quanto di irrazionale e inumano caratterizza ancora l'esperienza della pena, per restituirla alla sua finalità primaria, prevista dalla Costituzione e della leggi italiane.
In particolare si chiede di:
· potenziare l'esecuzione penale esterna, sia dando maggiore funzionalità alle misure già attive, mediante l'incremento di operatori di area educativa interna al carcere per quanto riguarda la fase preparatoria della misura, che di operatori degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna;
· modificare la legge 199/2010, portando almeno a 18 mesi il limite di applicabilità della stessa. Il provvedimento di detenzione domiciliare previsto da tale legge sia irrogato direttamente dal magistrato della cognizione e non dal magistrato di sorveglianza, per evitare un inutile appesantimento burocratico;
· prevedere forme di messa alla prova, magari accompagnate da lavori socialmente utili o da azioni riparative per le vittime del reato o per la collettività, come già viene fatto in altri paesi europei. Una tale previsione si rende particolarmente urgente per gli adulti più giovani, a cui va, per quanto possibile, evitata l'esperienza della detenzione in modo da scongiurare un ulteriore avvicinamento al circuito criminale;
· finanziare nuovamente e con urgenza la legge 193/2000 (legge Smuraglia), che mediante il sistema degli sgravi fiscali ha creato percorsi di inserimento lavorativo e riabilitazione dei detenuti;
· impegnare i Provveditorati Regionali dell'Amministrazione Penitenziaria, le Regioni, gli Enti Locali territoriali e il Terzo Settore a elaborare progetti di ampio respiro per il reinserimento sociale dei detenuti, per lo svolgimento delle misure alternative alla carcerazione mediante la costruzione di borse lavoro, e il reperimento di opportunità abitative. Per il finanziamento di tali progetti si chiede che venga impegnata la Cassa delle Ammende.
In ordine ai problemi legati alla detenzione e al sovraffollamento delle carceri italiane l'assemblea SEAC, sollecitando una urgente revisione del Codice Penale che utilizzi la pena detentiva solo per i reati più gravi, propone:
· l'abolizione della legge Cirielli e la totale depenalizzazione dei reati legati allo status di migrante, anche alla luce della giurisprudenza europea in materia;
· la razionalizzazione del circuito penale, a partire da una interpretazione consapevole dei dati sulla consistenza della popolazione detenuta per provenienza geografica, per durata della pena, per appartenenza a particolari tipologie (alta sicurezza, tossicodipendenza, condizione sanitaria ecc...);
· la definizione di una data ultimativa certa per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e la previa e necessaria intesa con le strutture sanitarie locali per la presa in carico dei pazienti attualmente in essi internati;
· lo storno di un 5% delle risorse utilizzate per la gestione del circuito carcerario verso il sistema delle pene alternative alla detenzione.
Votato all'unanimità dall'Assemblea Nazionale del SEAC
il 26 novembre 2011
FIRENZE: INCONTRO PER VIERI MARZI, PSICHIATRA FIORENTINO
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- Category: Comunicati
- Published on Monday, 28 November 2011 11:50
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Alla presenza di operatori toscani, veneti, romani ed emiliani, si è svolta ieri sera, venerdì 25 novembre, presso la sede di Chille de la Balanza, all'ex O. P. San Salvi di Firenze, l'incontro "Scoperte, utopie, promesse nel pensiero di Vieri Marzi", organizzato da Psicoterapia Concreta e Psichiatria Democratica per il decennale della sua scomparsa.
Vieri Marzi è stato un protagonista di primo piano della riforma psichiatrica italiana, da Firenze a Gorizia, con Franco Basaglia, da Modena a Siena, all'Ospedale psichiatrico di Arezzo che ha diretto dopo Agostino Pirella. Membro attivo di Psichiatria Democratica, con altri colleghi ha fondato a Firenze la Società Italiana di Psicoterapia Concreta.
L'incontro è stato aperto da Chille de la Balanza con la lettura di alcuni brani sul delirio, l'inconscio istituzionale, il gruppo come terapeuta, tratti dall' "Antologia degli scritti di Vieri Marzi" (69 interventi, 506 pagine), realizzata per l'occasione, da Paolo Tranchina e Maria Pia Teodori. Nella presentazione Tranchina ha sottolineato le capacità dell'autore di collegare esperienze diverse e di essere maestro di epigrammi come: "La psiche è infinita perché ogni volta che ne tracci i limiti l'allarghi", "Se non sei disposto a cambiare il mondo con lo psicotico non puoi curarlo".
Sandro Ricci, di Verona, ha ricordato la radicalità del pensiero critico al quale Vieri Marzi è rimasto fedele tutta la vita, e la sua rivisitazione di aspetti fondamentali della filosofia fenomenologico-esistenziale alla luce del pensiero del filosofo Italo Valent e delle esperienze antistituzionali di Franco Basaglia e Agostino Pirella sulle quali ha continuato a riflettere con efficacia e creatività. Importante anche lo sforzo di tenere insieme unicità e molteplicità, soggetto e oggetto, mente e corpo, di stare insomma nella contraddizione. Nel dialogo con la follia è fondamentale l'incontro tra senso e non senso come fondante di dialettiche nuove, come l'incontro con la irrazionalità del soggettivo. In questo contesto il gruppo come terapeuta offre al paziente infiniti livelli di identificazioni, ipotesi di identità. Infatti non c'è terapia senza rovesciamento dell'esistente, senza la possibilità di viversi come unici e molteplici. Ma come incontrare la follia liberata dai ceppi del manicomio? Chi deve farlo? Con che strumenti conoscitivi, con quali modalità, modelli di rapporto?
Cesare Bondioli di Arezzo, ha sottolineato che Vieri aveva sempre la deistituzionalizzazione come base per le sue riflessioni teoriche e che sempre collegava la teoria alla quotidianità dei rapporti con i pazienti. Fondamentali nella sua teorizzazione sono stati anche i gruppi di intervisione, nell'incontro tra diverse équipes a partire dalle storie di singoli pazienti.
Nel dibattito Maridana Corrente, di Firenze, ha riflettuto sul fatto che "L'uomo è libero solo quando può considerarsi diverso", e Luigi Attenasio, psichiatra romano, ha ricordato gli incontri tra Vieri Marzi e gli operatori della capitale, sui quali sta uscendo un libro.
IL MEDITERRANEO TRA ILLUSIONE E REALTÁ, INTEGRAZIONE E CONFLITTO NELLA STORIA E IN LETTERATURA
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- Category: Riflessioni
- Published on Tuesday, 06 December 2011 09:10
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Vincenzo Consolo
Letto al convegno di Psichiatria Democratica 12-13.3.2009 Caltagirone
Archiviato nei saggi
In una notte di giugno dell' 827, una piccola flotta di Musulmani (Arabi, Mesopotamici, Egiziani, Siriani, Libici, Maghrebini, Spagnoli), al comando del dotto giurista settantenne Asad Ibn al-Furàt, partita dalla fortezza di Susa, nella odierna Tunisia, emirato degli Aghlabiti, attraversato il braccio di mare di poco più di cento chilometri, sbarcava in un piccolo porto della Sicilia: Mazara (nella storia ci sono a volte sorprendenti incroci, ritorni:Mazar è un toponimo di origine punica lasciato nell'isola dai Cartaginesi). Da Mazara quindi partiva la conquista di tutta la Sicilia, dall'occidente fino all'oriente, fino alla bizantina e inespugnabile Siracusa, dove si concludeva dopo ben settantacinque anni. Si formò in Sicilia un emirato dipendente dal califfato di Bagdad. In Sicilia, dopo le depredazioni e le spoliazioni dei Romani, dopo l'estremo abbandono dei Bizantini, l'accentramento del potere nelle mani della Chiesa, dei monasteri, i Musulmani trovano una terra povera , desertica, se pure ricca di risorse. Ma con i Musulmani comincia per la Sicilia una sorta di rinascimento. L'isola viene divisa amministrativamente in tre Valli, rette dal Valì: Val di Mazara, Val Dèmone e Val di Noto; rifiorisce l'agricoltura grazie a nuove tecniche agricole, a nuovi sistemi di irrigazione, di ricerca e di convogliamento delle acque, all'introduzione di nuove colture (l'ulivo e la vite, il limone e l'arancio, il sommacco e il cotone...); rifiorisce la pesca, specialmente quella del tonno, grazie alle ingegnose tecniche della tonnara; rifiorisce l'artigianato, il commercio, l'arte. Ma il miracolo più grande durante la dominazione musulmana è lo spirito di tolleranza, la convivenza tra popoli di cultura, di razza, di religione diverse. Questa tolleranza, questo sincretismo culturale erediteranno poi i Normanni, sotto i quali si realizza veramente la società ideale, quella società in cui ogni cultura, ogni etnia vive nel rispetto di quella degli altri. Di questa società arabo-normanna ci daranno testimonianza viaggiatori come Ibn Giubayr, Ibn Hawqal, il geografo Idrisi. E sul periodo musulmano non si può che rimandare alla Storia dei Musulmani di Sicilia, (1) scritta da un grande siciliano dell' 800, Michele Amari. Storia scritta, dice Elio Vittorini, “con la seduzione del cuore” (2). E come non poteva non scrivere con quella “seduzione”, nato e cresciuto nella Palermo che ancora conservava nel suo tempo non poche vestigia, non poche tradizioni, non poca cultura araba ? Tante altre opere ha scritto poi Michele Amari sulla cultura musulmana. Per lui, nel suo esempio e per suo merito, si sono poi tradotti in Italia scrittori,
Diventare protagonisti di una storia di cura
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- Category: Storie di Salute Mentale sul territorio
- Published on Tuesday, 13 December 2011 09:13
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Elisabetta Rossi Gallani Infermiera - SSM AUSL Reggio-Emilia Servizio di Salute Mentale - Castelnovo nè Monti
EVASIONI ROMANE
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- Category: Comunicati
- Published on Saturday, 24 December 2011 18:14
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Incontro-Conferenza
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- Category: Comunicati
- Published on Friday, 30 December 2011 23:12
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SOCIETA’ITALIANA
DI
PSICHIATRIA DEMOCRATICA
Segreteria Regionale Abruzzo
Il giorno 3 Gennaio 2012 alle ore 11, presso il Bar dei Portici di Lanciano
La segreteria regionale ha organizzato un incontro-conferenza su
Psichiatria e Carcere: 2012 la chiusura degli OPG
Partecipano
Danilo Montinaro Psichiatra Forense, Componente del Direttivo Nazionale della Società Italiana di Psichiatria Democratica –ONLUS
Bruno Fiorillo Componente del Sindacato Penitenziario OSAPP
Ruggero Di Giovanni Componente UIL Penitenziaria
Interverrà
Sen. Alfonso Mascitelli
Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta
sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale
si coglie l’occasione per augurare un BUON ANNO 2012
FATE PRESTO
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- Category: Carceri
- Published on Wednesday, 04 January 2012 23:47
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l'UNITA'- Giovedì 5 gennaio 2012
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- Category: Riflessioni
- Published on Thursday, 05 January 2012 10:33
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Che cosa lega l'articolo 1 il 18 e la legge 180.
di Emilio Lupo, Psichiatra
Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica
Ed ecco i numeri: 1, 18 e 180.
Forse perchè i conti si fanno a fine d'anno,
che un ciclo si è concluso (con danni gravi, assai),
ed un altro si è appena aperto ( e già fa male, tanto).
Piuttosto, dicono gli esperti, i numeri hanno sempre un filo che li unisce,
li mescola,
li completa.
Lo stesso filo che divide,
minimizza o esaspera.
Con dentro le persone,
sole,
stritolate,
affannate,
da nord a sud.
Numeri che chiudono ma anche che tengono aperta,
una speranza,
una lotta,
una Nazione.
E il numero 1 così recita:
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro",
un numero sul quale si sono abbattuti tanti altri e, precisamente:
due milioni e oltre di disoccupati.
Ma i numeri - si sa - sono, talora, anche paradossali,
dispettosi,
ingenui,
soffocanti,
frizzanti e vivaci.
Non per il numero 1. Giammai!
Lui è sempre in alto,
maestoso,
rassicurante.
Una grande madre.
un padre autorevole.
Un occhio che vigila.
La vetta, insomma.
Eppure piccolo nella sventura,
quando la somma del comignolo che non fuma più,
e della mensa vuota,
e del deposito deserto,
e del reparto muto e della tuta al chiodo, raggiunge prima i milioni
e poi il miliardo.
E così non sta più in alto,
e diventa matrigna,
disamorato.
Ultimo con gli ultimi.
E si fa avanti il numero 18 che così recita:
" il giudice con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi....o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo, ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro....... di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro.....". E' questo un numero per così dire rinnovato e rinnovabile
o forse più precisamente periodico,
non nella sua accezione tecnica, piuttosto in quella politica.
Una sorta di licenza poetica con l'imprimatur dello Stato.
Oppure un riflesso pavloviano: basta sedersi - anche per un attimo - nella stanza dei bottoni ed ecco che il riflesso diventa subito condizionato, anche da chi non te lo aspetteresti: per salvare il Paese, per creare posti di lavoro - si sentenzia - bisogna rivedere l'articolo 18 (sic!). La panacea.
Intanto nel Paese si registra un miliardo (leggasi un miliardo!) di ore di cassa integrazione,
e ben 4 milioni di precari e, così, ti vedi costretto, dopo tanti anni di duro lavoro
come di pochi mesi
di esperienza - nei quali hai messo l'anima -
o ad accettare un contratto capestro
oppure portare la testa,
le mani,
l'anima,
lontano da casa.
Ritorna, d'incanto, il paradosso dei numeri: per assumere bisogna licenziare!
Ed eccolo che entra il campo il numero 180, che tra le tante cose afferma che: èin ogni caso vietato costruire nuovi ospedali psichiatrici, ma anche che l'assistenza psichiatrica non è più manicomio, elettroshock, letto di contenzione, bomba di farmaci, inguaribilità,
ma visita ambulatoriale/domiciliare,
Centro diurno,
lavoro, casa, vacanze.
Insomma dignità e nuovo protagonismo di utenti, familiari e operatori.
Alla sopraffazione si sostituisce il prendersi cura.
1, 18,180.
Tre numeri apparentemente distanti.
Tre numeri forti.
Tre pagine indelebili.
Scritte con il sangue, la fatica e la testa
da chi non ci sta a dire sempre di sì.
Tre pagine repubblicane.
Laiche.
Tre simboli di un Paese che se rinasce lo farà
partendo da queste basi.
L'Unità d'Italia ha anche questi numeri.
Anno nuovo, dramma vecchio
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- Category: Carceri
- Published on Wednesday, 11 January 2012 17:02
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Intervenire subito nelle carceri italiane.
Anno nuovo, dramma vecchio. Dopo i 66 suicidi di detenuti registrati nel 2011 il nuovo anno si è aperto con due nuovi casi. La situazione delle carceri resta invivibile e neanche il “Piano carceri” presentato dal neo ministro Severino sarà in grado di dare sollievo ad una situazione oramai diventata ingestibile con provvedimenti ordinari che non incideranno significativamente su un sovraffollamento da tutti ritenuto la principale causa del disagio dei detenuti di cui il suicido rappresenta l’espressione più inquietante e vero “evento sentinella” su cui riflettere (senza dimenticare gli 8 Agenti di Polizia Penitenziaria suicidatisi nel 2011, circa 100 negli ultimi dieci anni!).
Le cifre prodotte dal Ministero di Giustizia sono eloquenti: 66.897 detenuti, di cui 24174 stranieri, per 45.770 posti regolamentari; 27251 imputati e 38023 condannati definitivi. Tutti costretti a vivere la detenzione senza prospettive, senza alternative alla permanenza in celle sovraffollate giorno e notte (salvo le ore d’aria), con scarsissime attività riabilitative: solo 521 per es. hanno usufruito di lavoro all’esterno, mentre la stragrande maggioranza dei lavoratori è impiegata all’interno degli Istituti.
Solo interventi che rimettano il detenuto nel circuito dello scambio sociale hanno una reale valenza rieducativa e non si traducono in mero “intrattenimento”, fenomeno questo ben noto a chi ha attraversato le istituzioni psichiatriche ma che si riproduce in tutte le istituzioni totali; a questo riguardo ci ha molto colpito l’ultimo suicida del 2011: un giovane rumeno, in attesa di giudizio, per il quale giocare a rugby nella squadra dell'Istituto penitenziario poteva rappresentare certamente una attività ricreativa per contrastare la noia del vuoto delle giornate in carcere ma non una fonte di speranza per il futuro sufficiente a preservarlo da un gesto estremo.
Occorre quindi affrontare il problema con strumenti diversi da quelli usati o riattivare quelli già previsti dalla normativa ma, prima di tutto, occorre interrompere la deriva securitaria ( gli OPG contro i quali ci stiamo spendendo senza sosta sono l'altra faccia della medaglia) che ha grandemente contribuito a creare la situazione attuale: il carcere deve ritornare ad essere la risposta ultima ai fenomeni di devianza.
Senza affrontare questo nodo tutte le misure risulteranno dei palliativi: l’estensione a 18 mesi della soglia di pena detentiva, anche residua, per l’accesso alla detenzione presso il domicilio avrà ben poco peso nel migliorare il sovraffollamento. Lo testimoniano i dati del 2011 in cui hanno usufruito dei benefici della L.199/2010 4304 detenuti (ma meno di un terzo stranieri) ma nel frattempo i detenuti sono saliti a quasi 67000.
Occorre quindi ricorrere maggiormente all’utilizzo delle pene alternative (rimuovendo prioritariamente quelle norme, ex Cirielli, che ne impediscono l’applicazione) come l’affidamento in prova ai servizi sociali, l’affidamento dei tossicodipendenti a comunità di recupero, la semi-libertà, il ricorso alla detenzione domiciliare.Oltretutto questi istituti, la cui applicazione è scoraggiata dalla politica generale, hanno negli anni dimostrato di conseguire risultati estremamente positivi nella prevenzione della recidiva.
Psichiatria Democratica auspica - attraverso Cesare Bondioli ed Emilio Lupo, rispettivamente resp. Nazionale Carceri e OPG e Segretario Nazionale dell'Associazione - che anziché ricorrere a provvedimenti tampone, che tali poi nemmeno sono, si avvii un ripensamento complessivo delle politiche carcerarie e invece di costruire nuovi carceri, si riducano le presenze negli attuali dando corso alle misure alternative alla detenzione in carcere già previste dall’ordinamento e utilizzando i fondi della Cassa Ammende per i loro fini istituzionali di finanziamento di attività trattamentali e rieducative e non solo per finanziare nuova (e sempre insufficiente) edilizia carceraria.
Napoli/Arezzo 11 Gennaio 2012
Contro gli OPG
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- Category: Comunicati
- Published on Sunday, 15 January 2012 09:33
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Care e cari,
sottoscrivo il vostro accurato appello per chiudere subito i sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari (O.P.G.) nei quali ancora oggi vivono in condizioni inaccettabili circa 1500 persone. Si può a ragione affermare che il nostro Paese continua a detenere una triste maglia nera in tema di diritti che dobbiamo combattere ogni giorno.
Gli OPG ne sono una dolorosa conferma. Per questo, io e il mio partito, Sinistra Ecologia Libertà, sosteniamo con convinzione le proposte di Psichiatria Democratica finalizzate allo smantellamento definitivo degli OPG.
Auspico di cuore - e mi adopererò per questo - affinché nei prossimi giorni il Governo stabilisca definitivamente la data della loro chiusura.
Un saluto affettuoso,
Nichi Vendola
Presidente Sinistra Ecologia Libertà
Appello per chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari
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- Category: Comunicati
- Published on Saturday, 21 January 2012 16:25
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Per Vincezo Consolo
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- Category: Riflessioni
- Published on Monday, 23 January 2012 10:56
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E' morto lo scrittore Vincenzo CONSOLO e siamo tutti più soli e fragili.
Ci mancheranno i suoi sguardi teneri e indagatori.
I suoi ammonimenti che erano riflessione collettiva ma anche coinvolgimento personale.
Diretto.
Convinto.
Mai occasionale o di facciata.
Vincenzo era uno di noi.
E questo ci inorgogliva.
E questo ci inorgoglisce.
Minatori,
diritti civili,
su di una biro che era una clava,
un martello,
una chiave,
uno spartito.
Ci piace immaginarlo che se ne sia andato con sotto il braccio
Il Sorriso dell'ignoto marinaio,
che abbiamo tanto amato.
Forse perchè così continuerà a solcare
mari e onde sulla sua penna
che lo iscrive tra i maggiori e più acuti innovatori del linguaggio,
della letteratura internazionale.
A Caterina dolce e tenace compagna,
testimone e protagonista di una storia che il tempo non potrà mai esaurire
l'abbraccio più forte di tutta Psichiatria Democratica.
Emilio
una delegazione di Psichiatria Democratica sarà presente ai suoi funerali che si terranno a Sant'Agata di Militello in Sicilia, suo paese natio
leggi:
IL MEDITERRANEO TRA ILLUSIONE E REALTÁ, INTEGRAZIONE E CONFLITTO NELLA STORIA E IN LETTERATURA
Matti in libertà
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- Category: Comunicati
- Published on Monday, 30 January 2012 09:50
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Napoli, VENERDI' 3 FEBBRAIO, ore 18.00 presso la Feltrinelli in Via S. Tommaso D'Aquino 70 - Ponte di Tappia -
Presentazione del libro di MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI "Matti in libertà" - L'inganno della Legge Basaglia - Come il percorso interrotto della Legge Basaglia è ricaduto su uomini e donne in tutta Italia, vittime innocenti di un iter legislativo che non ha cancellato gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Le storie degli internati e delle loro famiglie.
Introduzione di GIUSEPPE CRIMALDI, Cronista giudiziario de "Il Mattino",
ne discutono :
LUISA BOSSA, deputata, già sindaco di Ercolano,
CARMINANTONIO ESPOSITO, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli,
EMILIO LUPO, segretario nazionale di Psichiatria Democratica,
RICCARDO POLIDORO, presidente de "Il Carcere Possibile Onlus", Camera Penale di Napoli,
FABRIZIO STARACE, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Modena.
L'attrice CRISTINA DONADIO leggerà alcuni brani del libro.
Lettera di Cesare Bondioli (Responsabile Nazionale Carceri e OPG di Psichiatria Democratica) sul Decreto di chiusura degli OPG.
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- Category: Osservazioni
- Published on Thursday, 02 February 2012 16:03
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Arezzo 1 Febbraio 2012
Cari compagni ed amici,
le polemiche suscitate dall’approvazione dell’Art 3 –ter del c.d. “Decreto svuota carceri”, mi riportano alla mente quanto successo nel 1978 con l’approvazione della 180, specie per la sua parte che introduceva il TSO.
E’ noto che lo stesso Franco Basaglia avrebbe voluto che nella legge non fossero previsti dispositivi “coercitivi” ma con grande senso di responsabilità e visione politica, finì per accettare il TSO come male minore. Anche allora parti consistenti del movimento si opponevano al tso ma nessuno si spinse fino al punto di disconoscere la 180 per una visione “pura e dura” dei risultati della lotta di deistituzionalizzazione dei manicomi di cui la 180 fu comunque l’esito e l’inizio di una sua generalizzazione. Nessuno si sognò di dichiararsi apertamente contrario alla 180 , insieme alle destre, anzi tutti rivendicarono la Legge come un successo del lavoro svolto dal movimento anti-istituzionale dentro i manicomi e nel territorio; tutti poi si sono impegnati nel lavoro quotidiano per una applicazione avanzata della legge proprio nei suoi aspetti più critici e criticabili: da qui la battaglia, non ancora vinta, per SPDC aperti e senza contenzioni o per forme di ricovero alternative (v. servizi di salute mentale h 24 con posti letto).