CHIUSURA OPG MONTELUPO
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- Category: documentazione OPG
- Published on Tuesday, 21 October 2014 11:30
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PSICHIATRIADEMOCRATICA
CHIUSURA OPG MONTELUPO, ULTIMO ANNUNCIO
(ma forse è già tardi).
Sulla chiusura dell’opg di Montelupo F.no la Regione Toscana, in questi anni, si è distinta per una serie di annunci in merito alle soluzioni alternative previste dalla legge cui, puntualmente non sono seguiti i fatti. Così nel 2010 si è individuata la struttura di Sollicianino (con relativo protocollo col DAP), poi la costruzione di una REMS (Residenza per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza) a S. Miniato (delibera 715 del 26.8.2013 presentata come piano regionale al Ministero della Salute); dopo l’abbandono di questa soluzione per l’opposizione delle amministrazioni locali è stato individuato il carcere di Empoli (anche in questo caso c’era una disponibilità del DAP): bocciata anche questa ipotesi (sempre per l’opposizione delle amministrazioni locali).
Il 26 settembre scorso, al Convegno organizzato dal Centro “F. Basaglia” di Arezzo sul tema: “Il Dipartimento di Salute Mentale e la rete dei servizi territoriali a fronte della chiusura degli opg” , la Regione ha presentato l’ultimo suo progetto alternativo a Montelupo: a parziale modifica del precedente programma per il quale era stato chiesto (e ottenuto) il finanziamento al Ministero della Salute, la REMS si realizzerà nella struttura che attualmente ospita il carcere di Massa Marittima!!!.
A questo annuncio, per quanto a nostra conoscenza, non hanno fino ad oggi fatto seguito i conseguenti atti legislativi; né siamo gli unici ad ignorare questa circostanza se il Sindaco di Massa – Marcello Giuntini - , in data 11 u.s., ha dichiarato: “C’è un piano per la chiusura del carcere di Massa Marittima ma al momento non ci sono notizie di una sua trasformazione in una REMS … se si decidesse di chiudere il carcere di Massa Marittima sarebbe veramente un peccato … Al momento non abbiamo alcuna comunicazione ufficiale al riguardo né richieste di costruire”.
E’ vero che sulle decisioni in merito alla chiusura di Montelupo, oltre agli annunci, la Regione ha brillato per scarsa trasparenza (la precedente delibera cui si è fatto cenno più sopra è rimasta “secretata” (?!) per oltre tre mesi) ma non sembra il caso di insistere in questo atteggiamento: se l’orientamento su Massa è quello definitivo, occorre mettersi da subito al lavoro per affrontare tutte le problematiche connesse a questa scelta. E’ evidente che la struttura carceraria andrà svuotata degli attuali reclusi non essendo pensabile che una REMS conviva con un carcere; andranno progettate le necessarie modifiche per trasformare un carcere in una struttura sanitaria, perché tali sono le REMS; occorrerà affrontare il problema della gestione della struttura (nell’ipotesi di Empoli esisteva in loco una Unità Operativa Complessa che avrebbe potuto farsi carico e/o collaborare alla gestione); occorre cominciare a pensare a come risolvere il problema della vigilanza perimetrale, problema sollevato con forza e preoccupazione dal Coordinamento degli Psichiatri Toscani nel corso del convegno sopra citato.
Della volontà di affrontare tutti questi aspetti (che peraltro non sono i soli connessi con la soluzione proposta) non sono giunti, fino ad oggi, segnali concreti e tutto lascia prevedere che anche la Toscana, dopo avere auspicato di essere la prima Regione italiana a chiudere l’opg, non riuscirà a rispettare i termini di scadenza della legge (31 marzo 2015) e chiederà una proroga.
A giudizio di Psichiatria Democratica questa situazione, ripetutamente da noi denunciata, è frutto della mancanza a livello regionale di un reale gruppo di lavoro (task force) dedicato alla chiusura di Montelupo, con livelli di responsabilità e coordinamento (tecnici e politici) chiaramente individuati, capace di seguire il processo in tutte le sue fasi dalla progettazione degli interventi (strutturali e gestionali) tanto a livello centrale che nei dipartimenti interessati, oltre che nei tavoli di verifica nazionali; appare evidente, dalla confusione registrata in questi anni e dalla mancanza di risultati concreti, che l’attuale organizzazione regionale non è adeguata e se si vuole cercare di rispettare i tempi di legge, occorre che la Regione effettui un salto di qualità, e che non si perda un minuto di più.
Oltre tutto questa situazione di sfilacciamento nell’apparato istituzionale, rende scarsamente credibile il progetto di chiusura di Montelupo sia presso le altre Regioni che costituiscono il bacino (Liguria, Sardegna, Umbria) che sono anch’esse in grave ritardo nei progetti di dimissione dei loro internati, sia presso le istituzioni (Dipartimenti di salute Mentale, Magistratura Enti Locali, ecc.) che sono coinvolte, a vario titolo, negli invii e nelle alternative all’invio in opg: non è un caso che in questo ultimo anno le presenze in opg sono tornate a crescere (oggi ci sono circa 100 internati mentre a gennaio erano 90).
Non vogliamo fare dell’inutile allarmismo, e tutto il nostro atteggiamento nella vicenda della chiusura di Montelupo lo testimonia, ma questa condizione di scarsa credibilità del progetto di chiusura e della possibilità di realizzare concrete alternative territoriali all’internamento in opg, rinforza inoltre quelle spinte, mai sopite, che premono, ancora oggi, per un riutilizzo della struttura di Montelupo stesso (ovviamente dopo adeguate ristrutturazioni, ben s’intende!) come sede della futura REMS.
Arezzo - 12.10.2014
Dott. Cesare Bondioli
Responsabile Nazionale di Carceri e OPG di Psichiatria Democratica