Convegno "Ho una casa nella testa"
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- Published on Wednesday, 04 March 2015 05:57
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Napoli:Concluso il Convegno
"Ho una casa nella testa"
Si è concluso con una tavola rotonda - nella sala delle conferenze del cinquecentesco Palazzo Marigliano, a Napoli, il Convegno Nazionale sul diritto all’abitare, organizzato da Psichiatria Democratica in collaborazione con il Dipartimento di Scienze sociali della Università Federico II di Napoli e la Soprintendenza Archivistica della Campania.
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Nelle affollate sessioni mattutine, persone, movimenti, associazioni istituzione mondo del sapere si sono confrontate con passione sul disagio abitativo, e sulla urgenza di offrire una riflessione più compiuta alle lotte che si vanno sollevando, oggi in diverse parti d’Italia, sull’emergente problema della casa e del diritto all’abitare per tutti.
A partire dalla esperienza dei pazienti dimessi dagli OPG fino agli studenti universitari fuori sede, a quanti vivono ancora il dramma del post terremoto de l’Aquila, alle esperienze dei campi rom, alle vele di Scampia (che il 4 marzo saranno a Roma per chiedere al Governo un reale impegno per realizzare, finalmente, un piano di riqualificazione dell’area delle vele) ai senza dimora napoletani, alla vita nei casermoni della periferia romana, agli immigrati stipati in case malsane, ma anche al dramma degli inquilini che una casa l’avevano o che temono di perderla. Insomma un quadro ampio (ma non esaustivo) dello stato dell’arte dell’universo disperato, che gira intorno al diritto universale all’abitare.
Il noto vignettista Guido Silvestri (Silver, autore di lupoalberto) presente al Convegno,ha arricchito l’appuntamento con i suoi disegni dal vivo, ribadendo così il proprio concreto e costante sostegno (insieme a Sergio Staino) alle battaglie civili che porta avanti Psichiatria Democratica.
Dalla tavola rotonda conclusiva - con il Segretario Nazionale del Sunia D. Barbieri,la professoressa E. Morlicchio ordinaria di sociologia presso la Federico II, il Responsabile Naz. dell’Organizzazone di Psichiatria Democratica S. Di Fede, il Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica E. Lupo e il Procuratore Nazionale Antimafia, F. Roberti, molti spunti e proposte che – insieme alle relazioni del mattino e le considerazioni emerse dal dibattito – costituiranno la base per i successivi incontri operativi, cui i partecipanti proveranno a dare vita e gambe.
Siamo stati davvero felici di aver partecipato alla giornata davvero
interessante sia per le modalità con cui è stata proposta sia per i
contenuti emersi. Per noi è di conforto rispetto alle lotte che mettiamo in campo tutti i giorni confrontarci con persone come voi che di storie e battaglie
la sanno davvero lunga.
Barbara Pierro e il gruppo “Chi rom.. e chi no” (Scasmpia,Napoli).
"E' stata una giornata significativa, molto bella. Bisogna dare gambe
a tutto ciò che adesso è in pentola”.
Bruno Romano, operatore sociale (Napoli).
"Siamo stati felici di conoscere meglio PD e speriamo di poter
sviluppare percorsi assieme più forti nei prossimo anni".
Mariano di Palma - Ass. Libera Campania e Stefano Kenji Iannillo- Esecutivo naz. Link coordinamento universitario.
" Bellissimo Convegno, come sempre preziosi stimoli".
Rosa Giannone - Assessore alle politiche sociali di Palazzo S. Gervasio (Pz))
“…grazie di tutto, dell'ospitalità e della ricchezza del convegno.
E' stata un'esperienza piena, profonda e nutriente, grazie ancora”.
Prof. Enrico Perilli - docente di Psicologia Dinamica all’Università degli studi di L’Aquila.
Volevo cogliere l’occasione - coram populo - per ringraziarti per
l’eccellente lavoro svolto e per l’estremo interesse di tutti gli
interventi del Convegno.
Francesca Brancaccio – Architetto, Napoli.
Caro Emilio,
riflettevamo con Stefano Dei rientrando ad Arezzo dopo il convegno sulla ricchezza dei contributi ascoltati e su come tutti, pur riferendosi ad esperienze anche molto diverse, si arricchissero reciprocamente, concludendo che, come sempre, “uniti si vince”. Questa deve essere la sfida e il compito per il futuro: contribuire a non disperdere questo patrimonio continuando a evidenziare la dimensione politica dei singoli problemi come elemento unificante: lottare per la chiusura degli opg non è cosa diversa dalle lotte dei senza fissa dimora se ci riconosciamo nel bisogno di accoglienza e cittadinanza negato a tante persone. In questo l’esperienza di deistituzionalizzazione di Psichiatria Democratica ci legittima e ci dà titolo per giocare questo ruolo unificante. È un compito arduo ma, come direbbe Paolo Tranchina, sarà la sfida del terzo millennio.
Ancora grazie a tutti i compagni napoletani che si sono impegnati nell’organizzazione del convegno.
Cesare Bondioli - Resp. Naz. per carceri e OPG di Psichiatria Democratica, Arezzo.
“Cari compagni di Psichiatria Democratica vi conosco e vi frequento da tanti anni, amici di tante battaglie comuni, ma rimango sempre ammirato e stupito di quanta passione ci mettete nelle cose che fate e di come siete in grado di mettervi in gioco e “frequentare” con competenza i territori impervi dei bisogni degli ultimi. Un grazie per un’altra opportunità che avete offerto a me e a tanti altri”
Aldo Policastro
...I diritti sono diritti in assoluto, quindi per tutti. La questione dei diritti rimane centrale. Psichiatria Democratica unisce coloro che ne sono deprivati, che si tratti di studenti o che si tratti di malati o di chiunque.
Grazie per la magnifica giornata, per la passione e soprattutto per l'ostilità caparbietà.
Raffaele Galluccio
...Mi chiedevo da tempo che fine avessero fatto tutti quei compagni di ideali e di utopie che erano diventati la mia famiglia in anni in cui sembrava che lasocietà volesse finalmente scrollarsi di dosso secoli di oscurantismo. E a un certo punto mi sono arreso alla convinzione che fossimo stati tutti risucchiati dal buco nero dell'edonismo e della rassegnazione. Ma ecco che, non molto tempo fa, ormai ingrigito, li ho ritrovati tutti, per caso, ancora entusiasti e combattivi, riuniti sotto le insegne di Psichiatria Democratica. La stessa rabbia, la stessa voglia di cambiare.
È bello sentirsi di nuovo a casa.
Silver
...questa mi sembra la vera psichiatria democratica, cioè quella che dopo 40 anni non si lascia ancora sedurre dagli specialismi e dagli infiniti distinguo che sempre emergono ogni volta che si sollevano problemi spinosi. Nella complessità siamo ancora capaci, come diceva sempre Don Milani, di "badare all'essenziale" e qui l'essenziale è che le scelte che stanno producendo marginalità, separazione, povertà hanno la stessa ferocia ed ottusità di sempre...
Sandro Ricci
....E' stata una straordinaria occasione di incontrare pezzi di società che in questo momento storico di particolarismi e parcellizzazione non si sarebbero mai incontrati....
Giuseppe Ortano
...ogni volta che ho l'occasione di partecipare alle preziose iniziative di psichiatria democratica ritrovo la forza ed il senso della passione per la difesa dei diritti degli ultimi e la spinta a non fermarsi anche nella paralizzante indifferenza che ci circonda. E scopro sempre cose nuove e stimoli sorprendenti. Grazie per non arrendervi e non lasciarci arrendere.
Anna Laura Alfano
Il vivace convegno tenutosi a Napoli, ha intensamente richiamato l’attenzione sul tema e sull’argomento dell’abitare, suscitando l’esigenza di una sorta di ricerca fenomenologia sulle varie forme possibili dell’abitare stesso.
Si èvisto come proprio le parti e le componenti delle società ritenute devianti e marginali, i folli, i senza dimora, i fuori sede, i Rom, gli immigrati, introducano nelle quotidiane e abituali forme dell’abitare una domanda radicale.
L’abitare è in fondo un derivato del verbo habeo, e dunque nelle concezioni ancora oggi prevalenti, fondato sull’avere; ogni intervento dei partecipanti al convegno ha invece posto la questione sulle forme dell’abitare stesso e sui suoi significati.
Non è certo con il costruire piùcase che sarà possibile risolvere la questione, non basta certo assegnare abitazioni o costruire residenze per specifiche categorie per garantire il diritto all’abitare che piuttosto presuppone e richiede un soggiornare e un permanere nei luoghi senza che questi stessi luoghi divengano ghetti, quartieri dormitori, ospedali psichiatrici o REMS, già nella loro progettazione isolati e marginali, luoghi di esclusione e dunque di controllo, richiedenti in quanto tali l’adozione di misure securitarie.
Lo stesso titolo della giornata “Ho una casa nella testa”, merita un soffermarsi su cosa si intende con casa, come si intende l’abitare, come si abita e si vive nel quotidiano.
Non sono certo mancate le proposte, abitare protetto, abitare sociale, abitare vitale, forse tutta la complessa questione potrebbe essere rimandata alle concezioni sulla vita e sull’esistenza, sulla produzione e la riproduzione sociale, sulla crescita e sullo sviluppo, sui criteri e sui paradigmi, che impensati, orientano e informano il nostro sempre più triste soggiornare.
Giulio De Nicola, Giovanna Quaini, Barbara Saccardi, Antonella Ruggiu.
Castiglione delle Stiviere, Mantova.
...grazie per gli stimoli e le numerose sollecitazioni: è stato molto interessante ricevere tante testimonianze diverse
(portatori di disagio psichico, ospiti opg, senza fissa dimora, rom, studenti fuori sede, terremotati aquilani, immigrati) ma accumunate dallo stesso rischio di vedere disatteso il proprio bisogno di accoglienza ed il proprio diritto ad abitare nel rispetto delle proprie specificità identitarie, antropologiche, culturali attraverso risposte istituzionali "spersonalizzate e spersonalizzanti" significative di una resistenza profonda ad accogliere e integrare ciò che è altro da noi...diversamente da quello che ci richiede una comunità civile e interculturale
Rossana Calvano, Psichiatra, psicoterapeuta UOSM 30 ASL NA 1
....Visto. Affascinato da intellettuali che non vivono fuori dal mondo, ma si immergono completamente nelle problematiche delle persone più indifese, cercando di dare un conforto reale e un aiuto sincero.
Alberto Caiazzo
M. Silvia Carlone
...complimenti, un video pieno di Anima.
Enrico Perilli
...bel lavoro, una testimonianza fantastica di quello che è avvenuto e del clima che si respirava. Bravo Stefano e bravi Emilio, Salvatore e il gruppo organizzatore!
Antonello D'Elia
Grazie di aver potuto visionare questo bel filmato (complimenti all'autore) che ritengo importante per molti motivi.I problemi legati alla casa costituiscono indubbiamente una delle cause maggiori di disagio. Non solo fisico ma anche psichico.
Il problema “casa” non sussiste solo quando la casa manca, ma anche quando la casa è fredda, è umida, è fatiscente, è sovraffollata…
Una casa ridente, calda d’inverno e fresca d’estate, una casa dove io possa trovare il mio spazio per ritirarmi e raccogliermi in solitudine oltre a quello per ritrovarmi in convivio assieme ai miei conviventi, è una delle condizioni basiche del mio benessere psicologico.
E, siccome sono e voglio essere un “animale sociale”, ritengo che questa condizione basica debba essere riconosciuta e garantita a tutti. A maggior ragione a coloro che vivono, per ragioni varie, un disagio psichico profondo.
Il diritto non solo a un’abitazione ma ad un’abitazione dignitosa va messo sullo stesso piano del diritto al reddito, di quello al lavoro, di quello alla salute e di quello alla istruzione e alla cultura.
Giovanni Lamagna
Il convegno "Ho una casa nella testa" ha saputo cogliere la necessità di dare una risposta al problema della casa, che si fa ogni giorno più drammatico. Lo ha fatto mettendo in campo le rappresentanze dei gruppi sociali che ne sono investiti. Stefano Dei, ancora una volta, ha saputo tradurre attraverso le immagini il senso dell'iniziativa, le sinergie che si sono create tra le associazioni ed i rappresentanti istituzionali, che aprono un dialogo importante per trovare delle soluzioni adeguate.
Luciano Sorrentino